mercoledì 2 settembre 2015

Pechino, la parata più pazza del mondo. Sfilano carri armati, falchi e macachi.


Corriere della Sera 02/09/15
Guido Santevecchi.
Se si odiano cannoni, lanciamissili, carri armati, bombardieri e soldati in marcia con passo rigido, Pechino non è il posto dove essere in questi giorni. Domani, per la grande parata dei 70 anni dalla «Vittoria della resistenza del popolo cinese contro l’aggressione giapponese e nella guerra antifascista» (questa la denominazione ufficiale) di soldati ne sfileranno 12 mila, accompagnati dai cori di 2.400 cantanti militari, dal rumore di centinaia di carri armati, sovrastati dal rombo di 200 aerei. Perché il messaggio di potenza bellica sia forte e chiaro, gli organizzatori hanno annunciato che l’84 per cento degli armamenti portati in Piazza Tienanmen non sono mai stati visti in pubblico: una vetrina per il made in China bellico. 
 Ci sono altri motivi per sconsigliare una visita turistica nella capitale, questa settimana: sotto la cappa di nuvole cariche di pioggia c’è poco da vedere, con Tienanmen che sarà chiusa al pubblico, come la Città Proibita, il Museo Nazionale, il Mausoleo di Mao. Gli alberghi della zona non accettano turisti fino a venerdì: il Grand Hotel Beijing, il Peninsula e il Grand Hyatt sono dedicati ai veterani e agli ospiti ufficiali, trasformati in centri logistici per l’evento che nelle speranze della leadership cinese deve cancellare i disastri della Borsa, la debolezza dello yuan e i segnali di un’economia in frenata continua. Chiudono le banche e le piazze finanziarie di Shanghai e Shenzhen, in modo da evitare nuovi crolli imbarazzanti. Vacanza a scuola per la nuova festa nazionale. E tutte queste serrate, almeno, un effetto positivo lo hanno avuto, perché è scomparso il traffico, anche grazie al divieto di circolazione a targhe alterne. 
 E poi c’è in azione l’arma segreta: gli strateghi dell’Esercito popolare di liberazione hanno arruolato una squadra speciale di scimmie, pazientemente addestrate per mesi a dare la caccia ai nidi e far sloggiare gli uccelli tutto intorno alle basi dell’aeronautica da cui decolleranno i 200 apparecchi, compresi 9 bombardieri strategici che voleranno sulla Tienanmen. Si tratta di cinque «macachi mulatti» con la missione di evitare che i pennuti si scontrino con i preziosi apparecchi durante le evoluzioni a bassa quota. Con la tecnica del condizionamento, i macachi hanno imparato a eseguire gli ordini, arrampicarsi sugli alberi e distruggere i nidi degli uccelli, ha detto con orgoglio alla stampa un ufficiale. «Nessun soldato può salire su un albero alto trenta metri con la rapidità di una scimmia; e anche usando i fucili, sarebbe servito un caricatore per abbattere un paio di nidi, stesso risultato con un cannone ad acqua, spreco di energia e risorse umane», ha sottolineato il comandante Wang Mingzhi. Il commissario politico Hang Bing, da una base aerea di Pechino, dice che l’impiego dei macachi anti-uccello è una prima mondiale ed è un sistema ecologico. I giornali pubblicano la foto di una scimmia al guinzaglio che fa il saluto militare. 
 Gli aeroporti sono pattugliati da soldati falconieri per sgomberare i piccioni (temuti non solo perché rappresentano un pericolo per i motori degli aerei, ma perché potrebbero bombardare di escrementi la tribuna dei dignitari in piazza). 
 Per evitare che qualche umano sfidi l’ordine marziale, oltre alla polizia in armi, sono stati mobilitati 850 mila cittadini volontari, con fascia rossa al braccio. Alla gente dei palazzi che danno sui viali dove sfileranno le truppe è stato ordinato di chiudere i balconi e non affacciarsi. 
 Sono stati giorni e settimane di duro addestramento per le truppe. I 50 generali alla guida dei blocchi di reparti, nelle marce di prova estenuanti, nel caldo umido, hanno perso in media cinque chili di peso. I soldati hanno avuto forniture supplementari di stivali, perché le suole con il passo cadenzato che ricorda quello dell’oca si consumano rapidamente. E le 51 soldatesse della guardia d’onore, età non superiore ai 22 anni e statura non inferiore a 1,78, confessano di soffrire di vesciche ai piedi e spalle indolenzite dal peso dei fucili (3,8 chili). Tutto questo per 70 minuti di sfilata patriottica.

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