Alfredo Bazoli
1 settembre 2015
Grandi indignazioni, dalle parti di quegli ambienti di
centrosinistra che faticano a digerire Renzi, hanno suscitato le sue
parole pronunciate al meeting di Rimini, quando ha detto,
letteralmente, che negli ultimi venti anni il berlusconismo, e in
parte anche l’antiberlusconismo, hanno bloccato l’Italia. Renzi
dunque avrebbe osato mettere sullo stesso piano coloro che hanno
sostenuto Berlusconi e coloro che lo hanno avversato. Un po’ come
non distinguere tra fascisti e antifascisti.
Ora, non sono l’esegeta di Renzi, ma siccome la penso
esattamente come lui, e mi ritengo ulivista e prodiano convinto,
voglio cercare di spiegare il mio punto di vista.
Dal 1994, da quando cioè si è votato per la prima volta col mattarellum, e fino ad oggi, io sono convinto che l’Italia abbia conosciuto una sola vera stagione di grande evoluzione e sviluppo economico e civile, negli anni tra il 1996 e il 1998, ai tempi del primo governo Prodi, che consenti all’Italia di ridurre significativamente il proprio debito pubblico, e di entrare col vento in poppa nella moneta unica. Perché quella stagione si concluse prematuramente? Per le gelosie, le invidie, la presunzione di quel gruppo dirigente dei partiti di centrosinistra di allora, che preferì uccidere nella culla l’Ulivo che stava mettendo le radici piuttosto che abdicare al proprio ruolo egemone nella politica italiana. Devo fare i nomi di costoro o ce li ricordiamo bene?
Dal 1994, da quando cioè si è votato per la prima volta col mattarellum, e fino ad oggi, io sono convinto che l’Italia abbia conosciuto una sola vera stagione di grande evoluzione e sviluppo economico e civile, negli anni tra il 1996 e il 1998, ai tempi del primo governo Prodi, che consenti all’Italia di ridurre significativamente il proprio debito pubblico, e di entrare col vento in poppa nella moneta unica. Perché quella stagione si concluse prematuramente? Per le gelosie, le invidie, la presunzione di quel gruppo dirigente dei partiti di centrosinistra di allora, che preferì uccidere nella culla l’Ulivo che stava mettendo le radici piuttosto che abdicare al proprio ruolo egemone nella politica italiana. Devo fare i nomi di costoro o ce li ricordiamo bene?
Quelle sciagurate scelte aprirono la strada alla stagione di
Berlusconi, che dal 2001 in avanti ha dominato la politica del paese,
e lo ha portato gradatamente sugli scogli con la sua inanità, i suoi
conflitti di interesse, la sua concezione padronale del potere. Il
bilancio del berlusconismo, di tutti questi anni di governo del
centrodestra, e’ imbarazzante. Ma come è possibile che il
centrosinistra, a fronte di risultati così evidentemente modesti del
suo avversario tanto demonizzato, abbia sostanzialmente fallito tutte
le prove elettorali per detronizzarlo?
Possiamo accontentarci di attribuire tutte le colpe alla
propaganda delle televisioni, alla campagna acquisiti di senatori e
deputati? O forse c’è una colpa politica di chi ha gestito e
diretto i partiti di centrosinistra in tutti quegli anni, per essere
stato incapace di rinnovare alfabeto e cultura di riferimento, per
non aver capito il paese, per non essere stato in grado di offrire
una proposta politica in grado di convincere la maggioranza degli
italiani?
Io la penso così, e Renzi è la dimostrazione che un
centrosinistra diverso, un partito democratico diverso, in grado di
diventare maggioranza, era ed è possibile. Ed è per questo che
sono convinto che se l’Italia è rimasta bloccata negli ultimi
vent’anni, anzi se è scivolata verso il declino, ciò dipende
certamente in massima parte da chi l’ha governata più a lungo,
cioè da Berlusconi, ma anche da chi è stato incapace di offrire,
fino ad oggi, un’alternativa credibile.
Nessun commento:
Posta un commento