martedì 1 settembre 2015

«Il sì all’elezione diretta non è un voto di sfiducia».


Corriere della Sera 01/09/15
Daria Gorodisky
Intervista al senatore pd Massimo Mucchetti
Senatore Massimo Mucchetti, martedì prossimo riprenderanno i lavori sulla riforma del Senato. Lei appartiene alla minoranza del Pd che chiede, fra le altre modifiche, di tornare all’elezione diretta dei senatori: che previsioni fa? 
 
«In questo momento la maggioranza del Senato è favorevole a una Camera Alta eletta direttamente dai cittadini in concomitanza con le Regionali». 
  
Renzi invece afferma che avrà i numeri per approvare il testo voluto dal governo. 
 
«A questo mondo tutto è possibile. Però, il numero di quanti hanno sottoscritto emendamenti per l’elezione diretta va ben oltre la maggioranza assoluta. In ogni caso, mi sembrerebbe una triste soluzione approvare una legge costituzionale con il 50,01%, puntellato da voltagabbana». 
 
Dunque, se il presidente del Senato farà rivotare l’articolo 2 della riforma… 
 
«Non farà altro che ripetere quanto fece Napolitano nel ‘93: come ha ricordato il professor Ainis sul Corriere , da presidente della Camera ammise emendamenti alla legge sull’immunità parlamentare già votata da entrambe le Camere». 
 
…si andrà al muro contro muro? O state negoziando? 
 
«Allo stato, il segretario del Pd — e premier — non sta parlando con la minoranza del Pd, ma si sta rivolgendo ai partiti di opposizione e sta cercando di arruolare transfughi di vario genere e provenienza e di diverse ambizioni». 
  
Volete emendare altri punti della riforma: sarete irriducibili anche su quelli? 
 
«Se ci fosse stata una negoziazione, avremmo parlato. Ma, al momento, vedo soltanto il tentativo di una forzatura. Mi auguro ancora che si arrivi a una soluzione, però non può essere una qualsiasi». 
 
Il vostro capogruppo, Zanda, vi chiede di aderire alle scelte della maggioranza del partito, «come avviene nei condomìni e nei Cda». 
 
«Nei Cda ogni consigliere interpreta liberamente l’interesse complessivo della società, non ha vincolo di mandato. E risponde personalmente davanti alla legge. Non può dire: me l’ha ordinato la holding. Zanda deve pur esercitare il suo ruolo. Però norme, statuti e regolamenti del Pd e del gruppo lasciano libertà di coscienza su temi etici e costituzionali. Il centralismo democratico apparteneva al Pci. Il Pd non è diverso?». 
  
Renzi parla di urne anticipate se cambiassero le modalità per eleggere i senatori. 
 
«Un aut aut che non esiste. Se Palazzo Madama approvasse l’elezione diretta dei senatori, così come già accade in Spagna e Usa, non verrebbe certo meno la riforma che supera il bicameralismo paritario. Non credo che Renzi si dimetterebbe: come usa dire lui agli altri, se ne farebbe una ragione». 
 
E per voi sarebbe la soluzione migliore? 
 
«Sì. Gli emendamenti non rappresentano un voto di fiducia. Si tratta di materia parlamentare che non coinvolge la responsabilità del governo. 
E poi, voto anticipato per rieleggere Camera e Senato tali e quali, e con il proporzionale? 
Ma di che cosa parliamo?». 

ndr:
simpatico questo sen. Muchetti. Se Renzi  approva la legge con i "voltagabbana" fa tristezza; lui, Corsini e la minoranza Pd  vota e presenta emendamenti con 5stelle, Lega e destra, contro il voto della maggioranza del partito che li ha eletti e  questa sarebbe la direzione giusta....a meno che si apra una trattativa....ma di cosa parla?

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