Mario Lavia
L'Unità 24 settembre 2015
Quali problemi ha un uomo che si eccita
a maneggiare algoritmi “per complicare la vita all’avversario”?
Non è ostruzionismo, è una bravata
Cosa spinge un uomo di 59 anni a
proporre 82.730.460 emendamenti? Quali problemi ha un uomo che si
eccita a maneggiare algoritmi, a scandagliare nelle logiche
matematiche, infine a scaricare sul suo pc questi 82 milioni e passa
di emendamenti? Cosa muove quell’uomo? Solitudine? Noia? Ansia?
Insicurezza?
Roberto Calderoli sembra l’Uomo in
bilico di Saul Bellow, sospeso fra un sostanziale nulla e un
frenetico qualcosa; o un personaggio di Billy Wilder, sì in
apparenza fa sorridere ma ha uno spesso fondo di malinconia. Perché
c’è qualcosa di intimamente triste in un ex ministro (anche della
Semplificazione normativa, ironia della sorte!) che si balocca a far
danno – come quando si è bambini: uno, due tre…casino! -, anzi
di tragico. Va immaginato nella sua casetta di Bergamo forse seduto
per terra appunto come i bambini col trenino a sudacchiare alle prese
con tre algoritmi congiunti, frutto – ha detto lui stesso – di
“anni di esperienza, quelli che ho trascorso a scrivere
emendamenti, a escogitare modi per moltiplicarli e complicare la vita
all’avversario”.
Ecco, un uomo che non dorme la notte
“per complicare la vita all’avversario” ricorda più il Robert
De Niro di Taxi driver (“Ma dici a me? Non ci sono che io qui…”)
che un senatore. Evoca piuttosto certe figure di astiose vecchine che
tramano dietro le finestre dei loro casolari di campagna come nelle
storie di Mauriac o di taluni romanzoni inglesi dell’Ottocento. O
per venire a noi la suocera di Alberto Sordi – ci scusi, senatore,
parliamo di Roma – che mette continuamente i bastoni fra le ruote
al genero.
Eh sì – direbbe Moretti – con uno
così siamo in un film di Alberto Sordi, quando la realtà supera la
fantasia e l’inquilino del piano di sopra crede di diventare un
grand’uomo e se ne inventa di tutti i colori pur di stupire ma
inevitabilmente finisce come quel vecchio clown di Chaplin che fa più
piangere che ridere.
Dicono che è legittimo ostruzionismo?
Ma Giancarlo Pajetta si starà rivoltando nella tomba, quelli sì che
facevano filibustering vero – per non dire dei radicali, da ragazzi
vedevamo Pannella, Spadaccia, Roccella farla sul serio, la battaglia
parlamentare, e immaginiamo cosa possa pensare Marco Boato, recordman
della durata dell’intervento – una volta stenografato riempì
sedici volumi di cui gentilmente la Camera gli fece dono per Natale.
Questo di Calderoli Roberto, 59 anni,
da Bergamo, non è ostruzionismo, non è legittima lotta politica,
quella si fa con proposte chiare, motivate, comprensibili, si fa
discutendo, cercando consenso, persuadendo e trovando le soluzioni.
No, questa è bravata da militari in libera uscita, è sberleffo da
ultimo giorno di scuola, è trucchetto da illusionista di provincia.
Che peraltro non porterà a nulla, perché tutti sanno che questi 82
milioni di emendamenti prenderanno la strada del cestino, che, a
pensarci bene, è la più consona e che, lo speriamo per lui, forse
ha contibuito ad alleviargli la noia dei lunghi pomeriggi di
un’estate troppo calda.
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