Corriere della Sera 08/09/15
Aldo Cazzullo
Le immagini storiche dell’arrivo dei
siriani a Monaco sono destinate a restare nella memoria per molte
ragioni. Evocano un contrappasso della storia: i persecutori del
secolo scorso che accolgono i perseguitati del nostro tempo. Sono
anche il segno di un risveglio tardivo: per troppo tempo i Paesi più
esposti al flusso migratorio — l’Italia, la Grecia, la stessa
Turchia, che non fa parte dell’Ue ma ha retto finora il peso
maggiore della crisi siriana — hanno chiesto invano agli altri
Paesi europei di farsi carico di un’emergenza epocale. Se Berlino e
Bruxelles si fossero mosse prima, si sarebbero evitati lutti ed
esasperazionizz. Ma lo scatto della Germania rappresenta per l’Italia
una lezione politica.
La Merkel ha saputo fronteggiare la
xenofobia che ha visto montare alla propria destra. Le immagini degli
attacchi ai centri di accoglienza sono state decisive per indurla
alla svolta di questi giorni tanto quanto le fotografie che hanno
percosso la coscienza del mondo. I cristiano sociali della Baviera
hanno fatto il resto.
E il conservatore Cameron per la prima
volta non si chiama fuori. In Europa si affaccia, sia pure in
ritardo, una destra della legalità e della responsabilità;
ovviamente non disponibile ad accogliere chiunque, ma determinata a
non respingere più chi fugge davvero dalla guerra. In Italia siamo
ancora alla rissa, con Renzi che distingue tra esseri umani e bestie,
Salvini che si sente chiamato in causagli dà del verme. E siamo alle
diverse varianti del populismo, consolatorio o allarmista; al solito
schema della sinistra buonista e della destra cattivista,
dell’«accogliamoli tutti» e del «prendeteveli a casa vostra».
Per fortuna, al di là di qualche scena di isteria dovuta più che
altro alle carenze organizzative del governo e alle
strumentalizzazioni politiche dell’opposizione, gli italiani si
sono comportati in questi mesi con umanità, e nelle zone più
esposte — a cominciare da Lampedusa — con una generosità di cui
possiamo andare fieri. Adesso anche chi ha incarichi di governo deve
fare altrettanto.
La solidarietà non può essere disgiunta dalla
sicurezza; e sarebbe il caso che Renzi desse ai familiari
dell’orribile delitto di Palagonia quella risposta — con i fatti
più che con le frasi fatte — che sollecitano invano da giorni. Ma
l’evolversi della situazione europea implica che pure la destra
italiana, in particolare dove ha responsabilità di governo, esca
dalle logiche consuete e batta un colpo. Cosa ne pensano i «moderati»
della Lega, gli Zaia e i Maroni, che legittimamente aspirano a un
ruolo nazionale? Che ne dicono i sindaci delle grandi città del
Veneto, i leghisti Tosi e Bitonci e il veneziano Brugnaro, che in
laguna (a parte le polemiche retrograde su omofobia e Gay Pride)
sembra portare avanti un interessante esperimento post-ideologico? Il
loro punto di riferimento è la Csu bavarese o la xenofobia del
governo di Budapest? E Forza Italia discute solo delle proprie
polemiche interne?
Con la Germania è giusto polemizzare, ma
qualcosa ogni tanto sarebbe bene imparare. Oppure dobbiamo
rassegnarci al fatto che la destra della legalità e della
responsabilità non può passare le Alpi ?
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