Fabrizio Rondolino
L'Unità 30 settembre 2015
Numero praticamente monografico del
Fatto sulla ministra delle Riforme (anche quando lei non c’entra
niente)
Numero monografico del Fatto, oggi,
dedicato a Maria Elena Boschi. Si comincia con una “lettera aperta
alla ministra” di Roberta De Monticelli, richiamata in prima pagina
con il titolo “Cara Boschi, basta raccontare bugie”. Altro che
bugie, qui la cosa è serissima: “Le scrivo per esprimere il dolore
e lo sconcerto nel vedere demolito un altro pezzo della nostra
Carta”, esordisce De Monticelli. Che, da consumata
costituzionalista, abroga l’articolo 138 (quello che disciplina le
riforme costituzionali) per sostenere che “i promotori non hanno
titolo a questa riforma”.
Più articolata la conclusione: se non
risponderà alla “lettera aperta”, “la sua grande bellezza –
così italiana – gentile Ministra, sarebbe solo l’ultima,
inconsapevole menzogna”. Avete letto bene: Boschi mente perché è
bella (o è bella perché mente?). Neanche un camionista ubriaco
avrebbe mostrato tanta acutezza.
A pagina 6 un corsivo s’abbatte su
Style, il mensile del Corriere, reo di aver intervistato la ministra
delle Riforme. “Il privilegio più grande della mia vita è la
famiglia”, aveva risposto Boschi. E il Fatto conclude: “Il
lettore decida se ridere o piangere”. Battutona, dobbiamo
ammetterlo.
A pagina 7 un secondo corsivo prende di
mira l’inconsapevole Luciano Pizzetti, che commemorando Ingrao in
Senato ha avuto l’ardire di sostenere che il leader scomparso “è
stato innovatore anche nelle istituzioni” (per un quindicennio fu
il presidente del Centro per la riforma dello Stato: evidentemente a
sua insaputa). La conclusione del Fatto è a dir poco geniale:
“Ingrao, padre putativo della Boschi. Potenza del renzismo”.
A pagina 17 c’è infine la cronaca di
un convegno organizzato dalla Bocconi sulla governance delle società
quotate in borsa. Che c’entra Boschi? C’entra, c’entra: “Metti
Bazoli, Vegas e il mentore della ministra Boschi” recita il titolo.
E l’occhiello: “Nuova Era: alla Bocconi vecchi poteri forti
accanto al legale presso cui fece pratica la titolare delle Riforme”.
Vabbè, ma allora è proprio un’ossessione.
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