martedì 22 settembre 2015

La sinistra è morta? Almeno così il Fatto non se ne occuperà più


Fabrizio Rondolino
l'Unità 21 settembre 2015
C’era una volta la sinistra: un grande movimento di popolo e di ideali che affondava le sue radici nella Rivoluzione francese, che aveva trovato in Marx il suo filosofo e il suo scienziato, che sul finire dell’Ottocento s’era venuto organizzando in leghe, sindacati e partiti, che s’era poi drammaticamente diviso all’irrompere della Rivoluzione d’Ottobre, che aveva subito la dura repressione dei fascismi europei, che li aveva sconfitti, che aveva quindi nutrito dibattiti e progetti, riforme e cambiamenti, lotte e resistenze, il Welfare e i diritti civili, i Quaderni dal carcere e Obama alla Casa Bianca…
C’era una volta la sinistra, ma oggi, ahimé, non c’è più: tre secoli di storia, milioni di persone, centinaia di partiti e movimenti e sindacati, successi e fallimenti, governi e opposizioni – niente, non c’è più niente. Se qualche distratto farfallone non se n’era ancora accorto, è merito del Fatto aver oggi svelato a tutti la cruda verità. Non è stato Hitler, non è stato Berlusconi, non è stato l’Isis. E – incredibile ma vero – non è stato neppure Renzi.
“Tsipras uccide la sinistra”, titola a piena pagina il quotidiano di Marco Travaglio. Così, con la freddezza di un anatomo-patologo e la spietata concisione di un Tacito. Senza neppure listare a lutto la testata. Senza uno straccio di necrologio, un pensiero carino, un fiore. Siamo tutti molto scossi, ma nella tenebra del lutto vediamo una luce: se la sinistra è morta, il Fatto non se ne occuperà più.

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