Fabrizio Rondolino
l'Unità 21 settembre 2015
C’era una volta la sinistra: un
grande movimento di popolo e di ideali che affondava le sue radici
nella Rivoluzione francese, che aveva trovato in Marx il suo filosofo
e il suo scienziato, che sul finire dell’Ottocento s’era
venuto organizzando in leghe, sindacati e partiti, che s’era poi
drammaticamente diviso all’irrompere della Rivoluzione d’Ottobre,
che aveva subito la dura repressione dei fascismi europei, che
li aveva sconfitti, che aveva quindi nutrito dibattiti e
progetti, riforme e cambiamenti, lotte e resistenze, il Welfare e i
diritti civili, i Quaderni dal carcere e Obama alla Casa Bianca…
C’era una volta la sinistra, ma oggi,
ahimé, non c’è più: tre secoli di storia, milioni di
persone, centinaia di partiti e movimenti e sindacati, successi
e fallimenti, governi e opposizioni – niente, non c’è più
niente. Se qualche distratto farfallone non se n’era ancora
accorto, è merito del Fatto aver oggi svelato a tutti la cruda
verità. Non è stato Hitler, non è stato Berlusconi, non è
stato l’Isis. E – incredibile ma vero – non è stato neppure
Renzi.
“Tsipras uccide la sinistra”,
titola a piena pagina il quotidiano di Marco Travaglio. Così, con
la freddezza di un anatomo-patologo e la spietata concisione di
un Tacito. Senza neppure listare a lutto la testata. Senza uno
straccio di necrologio, un pensiero carino, un fiore. Siamo
tutti molto scossi, ma nella tenebra del lutto vediamo una luce: se
la sinistra è morta, il Fatto non se ne occuperà più.
Nessun commento:
Posta un commento