lunedì 7 settembre 2015

L’Anm contro Cantone: «Offensivo e ingiusto dire che pensiamo alle ferie».


Corriere della Sera 05/09/15
corriere.it
Dall’altra parte dell’Oceano, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Rodolfo Sabelli legge con qualche ora di ritardo le considerazioni del collega Raffaele Cantone, chiamato da Renzi al vertice dell’Autorità anticorruzione, pubblicate ieri su Il Foglio . Riassunte così nel titolo: «Cantone choc sulla magistratura. Le correnti? Un cancro. Csm? Centro di potere vuoto. L’Anm? Non mi sento rappresentato». Nell’articolo, la critica al «sindacato dei giudici» è spiegata con un «faccio fatica a pensare di essere difeso da un soggetto che si batte per tenere il numero di ferie a 45 giorni». 
 Lì per lì il presidente dell’Anm ritiene di non replicare, anche perché si tratta di frasi pronunciate alla presentazione di un libro molto critico verso la magistratura associata e altri presunti vizi delle toghe (scritto da un ex procuratore in pensione e dal direttore del Foglio , autore dell’articolo sul giornale), certamente «estrapolate dal contesto complessivo». Poi però ci ripensa e decide di reagire. O meglio, puntualizzare. «Perché viviamo una fase — dice — in cui siamo passati dagli insulti a una più sottile ma sistematica delegittimazione, della magistratura e dell’associazione che la rappresenta. Questo può dispiacermi ma non mi sorprende, perché conferma quanto possa essere scomodo il ruolo anche critico che l’Anm ha il diritto e il dovere di svolgere, difendendo le prerogative costituzionali, ragionando su ciò che accade e offrendo le proprie valutazioni». 
 Così, in attesa di salire sull’aereo per l’Italia, Sabelli risponde ad alcune «dichiarazioni attribuite a Cantone». La prima, sull’Anm: «Sono francamente stupito da una descrizione tanto riduttiva quanto offensiva della nostra attività. Ridurci a un gruppo che si lamenta per il taglio delle ferie è oltraggioso, perché noi abbiamo contestato non il merito ma il metodo di un provvedimento contrabbandato come soluzione al problema della giustizia lenta. Cantone sa bene che cosa fa l’Anm, e non solo in quanto iscritto. Perché non ha parlato del protocollo che abbiamo firmato con lui, la Procura nazionale antimafia e il ministero dell’Istruzione per la diffusione della cultura della legalità nelle scuole? Lui conosce le iniziative in difesa dell’indipendenza del nostro ruolo, gli interventi tecnici sui temi di nostra competenza nelle sedi istituzionali, e in tante occasioni è stato in sintonia con noi; mi colpisce che la sua critica si fondi su un presupposto tanto banale quanto falso, per come viene propagandato». 
 Il secondo affondo dell’ex pm passato all’Anticorruzione riguarda le correnti, e pure su questo Sabelli ha qualcosa da ridire: «È un altro giudizio troppo superficiale, non si può ridurre tutto alla degenerazione delle correnti, problema che esiste e che anche noi abbiamo denunciato da tempo. Ma non sono le correnti né tantomeno il Csm ad aver inventato i centri di potere, evidenti e occulti; siamo ben consapevoli che non tutto funziona come dovrebbe, però dipingere tutto come un sistema marcio è ingiusto, oltre che sbagliato. Soprattutto da parte di chi ricopre ruoli istituzionali». Quanto all’azione penale obbligatoria, principio «bellissimo ma inattuabile» secondo Cantone, Sabelli ribatte: «Le difficoltà ad attuarlo derivano da problemi organizzativi e di regole processuali; perché non si pensa a intervenire efficacemente su quelli prima di mettere in discussione il principio?». 
 A sentire Sabelli, sembra che l’ex pm si sia prestato a contribuire, consapevolmente o meno, a una campagna contro la magistratura associata condotta da altri. Quasi accettando di essere strumentalizzato. È l’opinione del presidente dell’Anm? «No, non penso questo. Però certe visioni distorte rischiano di contribuire a quella delegittimazione continua e strisciante nei nostri confronti che invece oggi si percepisce chiaramente. E non è un bel segnale» . 
 Anche il Movimento per la giustizia, la corrente a cui è iscritto Cantone, esprime stupore: «Gli improvvisi e violenti attacchi, se confermati, sarebbero un ulteriore vulnus alle istituzioni» 
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