martedì 22 settembre 2015

....dalla Grecia...


Riccardo Imberti
L'esito elettorale della Grecia di ieri, con le dovute cautele, qualche indicazione la dà anche alla politica nel nostro Paese. 
La vittoria di Tsipras non era affatto scontata. I pronostici, davano Syriza e l’opposizione di Nea Dimokratia testa a testa. Il partito di Tsipras ha stravinto superando il 35%, staccando i conservatori di oltre sette punti. (è da tempo che i sondaggi non ci azzeccano).
In queste seconde elezioni politiche in un anno oltre all'astensione (un greco su due non è andato a votare), c'è anche un altro segnale da non sottovalutare: i greci hanno voluto voltare pagina, il vecchio quadro politico dominato per trent’anni da Nea Dimokratia e Pasok (i socialisti si fermano sotto il 7%) pare appartenere al passato. Agli scissionisti della sinistra i risultati parlano di una sonora batosta. Sono usciti dal Parlamento: si sono fermati sotto la soglia di sbarramento del 3 per cento. A proposito di scissionisti è curioso guardare la tabella dei risultati reali di queste elezioni. Fatto salvo il risultato del KKE, il partito comunista greco che porta in parlamento 15 parlamentari con il 5,55% del consenso,  vi sono otto liste che si richiamano alla sinistra che, a partire dall'unità popolare di Panagiotis Lafazanis con il 2,86%, arrivano allo 0,04% del partito per l'organizzazione della ricostruzione del partito comunista. Una bella gara!
Naturalmente i nostri, non avendo partecipato alla campagna elettorale, forse perchè hanno visto in Tsipras troppe giravolte o perchè hanno un nuovo riferimento europeo nella persona del leader del Labour,  Jeremy Corbyn, alias il «rosso», hanno rinunciato a dare una lettura a questo esito elettorale. Una ennesima occasione perduta per comprendere che la forza del riformismo non è la sistematica frammentazione per chi è solo orgoglioso di essere più a sinistra.
Mi auguro che Tsipras sappia rimettere sui binari giusti la Grecia, un Paese che ha rischiato di uscire di carreggiata trascinando con se il senso e il valore dell'Europa. Questo lo può fare se sceglie di allearsi con chi intende rafforzare la scelta europea dello sviluppo e non solo del rigore,  rendendo questa strada la strada di tutti.

 

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