martedì 15 aprile 2014

Risalire pare impossibile....ma dobbiamo farlo.

Riccardo Imberti

Le affermazioni di Grillo di ieri sono il concentrato del suo fare politica. Provocare ad ogni piè sospinto, spararle sempre più grosse e volgari per confermare il suo essere antisistema. Per questo motivo bisogna tenere alta la guardia e non perdere tempo ad inseguire i suoi proclami. Il nostro blog, per quel che vale, ha sempre evitato di dare risonanza ai comportamenti e alle dichiarazioni del comico buffone, e continuerà a farlo.
Quello che non dobbiamo sottovalutare al contrario è il profondo disagio che il nostro Paese vive. Un disagio che non è solo economico, ma fortemente impregnato di pessimismo e di sfiducia diffusa, difficile da ricuperare. 
Domenica ho incontrato un amico che da tempo non vedevo e ci siamo intrattenuti a discutere sulla situazione del Paese, sulla difficoltà dei giovani a trovare lavoro, a fare famiglia, a dare fiducia alla politica in generale.  Siamo naturalmente arrivati a parlare di Renzi, del suo dinamismo e della novità che rappresenta nel panorama politico italiano. Mi ha colpito la considerazione dell'amico, che riassumo: "Mi auguro che Renzi riesca a fare le cose che dice, altrimenti è la fine. Io aspetto di vedere se ne sarà capace. Con qualche diffidenza, visto che in questi vent'anni i politici di promesse ne hanno fatte tante." Questa opinione diffusa è la più difficile da invertire; ci vuole tempo e ci vogliono i fatti. Le accelerazioni impresse da Renzi sono dettate dalla consapevolezza che non c'è tempo da perdere. Al tempo stesso non bisogna commettere l'errore di pensare che tutte le proposte avanzate in materia di riforme elettorali e istituzionali, così come quelle sul lavoro, non possano essere discusse e migliorate dal parlamento, ma tenendo ben presente che la situazione è molto difficile e le scelte sono urgenti. 
Una classe dirigente è tale se sa leggere la delicatezza del momento e sa essere conseguente nei comportamenti e nelle scelte. La minoranza del PD non può continuare a vivere la vedovanza della sconfitta delle primarie e assumere atteggiamenti rancorosi nei confronti di chi guida le riforme; non può presentare proposte alternative come se fosse un governo ombra, nostalgico di maggioranze alternative già dimostratesi impercorribili; non può non capire che la riforma sul lavoro non avrà tutte le garanzie sindacali possibili, ma se chiedi a un giovane o a un disoccupato cosa privilegia in questa fase la risposta è una sola: lavoro.
Sono gli obiettivi concreti e praticabili che ricostruiscono la fiducia nella politica e la credibilità nelle istituzioni democratiche, anche per impedire l'emergere di comici che hanno come unico risultato una tragica disperazione.

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