domenica 6 aprile 2014

5 Stelle. Candidati europei, la base insorge



Alle parlamentarie votano in 33mila, pronti 73 nomi. Il capo del Meet up Parma: “Perfetti sconosciuti molti dei prescelti” Polemiche sui portaborse. A Bologna impedito di votare ad alcuni attivisti. In Sicilia rivolta anti-Nuti: ha spinto gli amici

CATERINA GIUSBERTI

Da cinquemila aspiranti a 73 candidati, di cui 34 donne, 33mila votanti. Dopo cinque giorni e due turni di votazioni al buio, le liste del Movimento 5 Stelle per le Europee si sono materializzate online ieri pomeriggio. Ma mentre Grillo da Malagrotta spara ancora contro i giornalisti («vorrei vedervi dietro le sbarre») e Napolitano («non pensavo facesse quello che ha fatto alla sua età»), e nomina Papa Francesco «primo grillino della storia», dai territori montano le polemiche contro la democrazia della Rete: mistero sulle preferenze dei candidati al primo turno, black out del sistema per mezza giornata giovedì, nessuna certificazione del voto e candidati sconosciuti ai meetup.
In Emilia Romagna, ex culla del Movimento ormai decimata tra fedelissimi e ribelli, il malcontento parte dalla Stalingrado di Parma. «Ci tengo a precisare - scrive su Faceboook il gestore del Meetup Andrea d’Alessandro - che la candidata Roberta Cecchin in nessun modo ha aiutato o collaborato attivamente con il gruppo di attivisti di Parma». E il capogruppo in consiglio Marco Bosi gli fa eco: «Sono sbalordito: 33 candidati, molti dei quali non hanno mai partecipato. È questo il Movimento che vogliamo?». Il sindaco Federico Pizzarotti che aveva espresso le proprie perplessità («si è candidata gente che non abbiamo mai visto») incassata la bacchettata di Grillo («cerca visibilità») inverte la marcia: «È un passo in avanti rispetto alle vecchie e arrugginite modalità dei partiti. Polemiche montate ad arte».
Si va dalle 33 preferenze del programmatore valdostano Manuel Voulaz (31 anni), alle 1.880 di Dario Tamburrano, 43 anni, medico romano e attivista della prima ora. Tra i benedetti dalla rete c’è Grazia Mennella, medico di Lecco «nata a Napoli, quindi provenienza Regno delle due Sicilie». O Tiziana Beghin, imprenditrice 42enne di Alessandria, «ex membro della Pantera». Alice Tranchellini, 47 anni, milanese sogna “un Europa più pari”, mentre Luigia Embrice, 24 anni, napoletana, avverte: «Il mio impegno sarà orientato alla lotta all’omofobia ». Piovono portaborse e collaboratori: Marco Affronte, riminese, da due anni lavora per il consigliere regionale Andrea Defranceschi, Stefano Girard per il senatore Marco Scibona, Marco Valli, collabora con i deputati della Commissione Fi- nanze, Giorgio Burlini per quella Bilancio di Palazzo Madama, mentre Massimo Castaldo è il braccio destro di Paola Taverna.
Da Bologna, dove a una ventina di attivisti storici è stato impedito di votare disattivando il loro account sul blog, arriva solo la fedelissima Silvia Piccinini (31enne, impiegata in un negozio di giochi, 193 clic), mentre i candidati esclusi chiedono di conoscere almeno il numero di voti che hanno preso. «Ringrazio tutti quelli che mi hanno votato, ma non mi è dato sapere quanti sono stati...», si lamenta Roberto Pelosi, ex candidato al Parlamento. Ma la rivolta attraversa tutto lo Stivale. Nei meetup siciliani parte una raccolta firme per rimettere alla rete l’espulsione del deputato Riccardo Nuti, colpevole di aver sponsorizzato i propri amici su Facebook, a urne virtuali ancora aperte. Da Torino, il capogruppo Vittorio Bertola sbotta: «Credo che queste selezioni abbiano fatto emergere come tra i principi e la loro applicazione ci sia molto da fare. C'è ancora mezza Italia che concepisce la candidatura come un concorso per sistemarsi e l'arroganza come modo per passare davanti». E da Bologna gli epurati lavorano a un nuovo meetup, “Bologna in Movimento”.

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