domenica 6 aprile 2014

Il Papa comunista

Angelo Onger
Brescia 6 aprile 2014

Papa Francesco si è smarcato dall’accusa di essere un comunista dicendo che si limita a predicare il Vangelo. Quindi il problema non è il Papa ma il Vangelo. Non il Vangelo scritto e codificato bensì quello percepito e vissuto dai cristiani. Dietrich Bonhoeffer, il pastore protestante impiccato dai nazisti, accusava la Chiesa di avere praticato la politica degli sconti sul Vangelo, per non perdere i clienti. Il resto lo ha fatto l’ossessione moralistica del sesto comandamento con conseguente disattenzione, a dir poco, sul versante della giustizia. Negli ultimi vent’anni la Chiesa italiana ha sostenuto la Lega e Berlusconi contro Romano Prodi, tanto per capirci. Disposta a chiudere un occhio sulla xenofobia, sul cinismo etico, sulla corruzione e sulle ingiustizie sociali di una “economia che uccide” (definizione di papa Francesco) purché fosse garantita la difesa dei non mai ben precisati principi ‘non negoziabili’. E guarda caso sempre papa Francesco ha cancellato l’aggettivo ‘negoziabili’ che ha più il sapore del voto di scambio che quello della verità. Sempre Bonhoeffer diceva che la sequela di Cristo (il Vangelo) è a caro prezzo. E non sono previste stagioni per i saldi. Puntare il dito sui comunisti inesistenti è solo un tentativo per distogliere lo sguardo dalla ‘inequità’ di un sistema che grida vendetta al cospetto di Dio.

Nessun commento:

Posta un commento