Berlusconi e Grillo attaccano, provocano, estremizzano. Una parte
di elettori andrà loro dietro. Il Pd non può limitarsi alla "solita"
parte razionale e logica, il premier dovrà mettere un po' della sua
follia. E della critica all'Europa
Qual è il rischio di una campagna elettorale nella quale giocano
solo tre protagonisti, e due di loro si comportano come matti
scatenati, determinati a occupare il centro della scena con provocazioni
ed esagerazioni continue? Ovvio. Il rischio è che il terzo, ancorché
non sia davvero una personalità incolore, finisca fuori quadro,
schiacciato nella parte che meno gli si addice (visto che ovviamente
stiamo parlando di Matteo Renzi): quella dell’uomo di Palazzo, impegnato
nelle mediazioni per portare a casa le riforme, costretto al rispetto
delle buone relazioni internazionali, limitato nella propaganda dal
proprio ruolo, dalle responsabilità, dal timore di rompere il delicato
equilibrio fra partiti in parlamento. Alla fine saremmo sempre lì, allo
schema che spesso ha condannato la sinistra nei suoi scontri elettorali
con Berlusconi: razionalità contro emotività; logica contro
improvvisazione; responsabilità contro follia. Con l’aggravante che
adesso di folli, improvvisatori e irrazionali ce ne sono due. E che
nessuno può essere sicuro di quale sia l’umore degli italiani: oggi su Europa
ci occupiamo di quanto l’attacco alla Germania da parte di Forza Italia
e Cinquestelle abbia qualcosa di scientifico, nel suo insinuarsi nelle
pieghe profonde dell’atavico sentimento italiano verso i tedeschi. Può
darsi – anzi, è sicuro – che Berlusconi e Grillo trovino orecchie
disposte a recepire il loro messaggio distruttivo. Certo, è improbabile
che si tratti di cittadini che sarebbero mai disposti a votare Pd.
Berlusconi e Grillo si contendono un’area limitrofa del mercato
elettorale. E c’è nel Pd chi pensa che tutto sommato non sarebbe male se
Forza Italia si riprendesse un po’ della sua gente dispersa. Ma la cosa
veramente importante è che Renzi riesca a giocare due ruoli. Quello
della responsabilità insieme a quello dell’orgoglio del risveglio
nazionale contro l’Europa fredda e arcigna della tecnocrazia. Un
risveglio fatto di cambiamenti concreti, non di battute allucinanti,
revanscismi antistorici o minacce apodittiche. Razionalità, dunque,
insieme a emotività. Follia sana contrapposta a follia nera. Un
messaggio positivo (contro due avversari che puntano tutto sulla
negatività) ma non piattamente rassicurante. Nella speranza che l’Italia
abbia in maggioranza un sentimento migliore di quello al quale si
appellano Grillo e Berlusconi.
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