lunedì 25 novembre 2013

in attesa dell'8 dicembre

Riccardo Imberti

La convenzione nazionale di domenica 24 novembre era una formalità, forse, si poteva evitare, bastava che tutti accettassero che, anzichè 3 candidati alla segreteria fossero 4. Così non è stato, sono andati a Roma i mille eletti e hanno deciso quello che già il voto degli iscritti nelle province aveva indicato. Pittella non parteciperà alle primarie, in campo restano Renzi (che ha vinto anche tra gli iscritti), Cuperlo secondo e Civati terzo.
La convenzione ha avuto il merito di esplicitare tre fatti non marginali.
Il primo, l'assenza quasi totale del vecchio gruppo dirigente. Un segno che la dice lunga sullo spirito di servizio di personaggi che hanno fatto la storia del centrosinistra in questi ultimi vent'anni e ne portano le maggiori responsabilità. 
Bersani, Marini D'Alema  ancora una volta, hanno dimostrato, qualora ce ne fosse stato bisogno, che il rinnovamento è cosa che non li riguarda e lo spirito di servizio alla ditta, funziona se a distribuire le carte sono loro.
Il secondo, l'entusiasmo di chi ha partecipato,  segno inequivocabile delle potenzialità del partito democratico e la certezza che non rimpiangeremo il passato, basta mettere alla prova i tanti giovani presenti alla convenzione, a tutti i livelli. Ora tocca a loro! Sarebbe davvero un delitto, non offrire loro l'opportunità di dimostrare, quanto sono capaci di fare, per il futuro della politica e del nostro Paese.
Terzo, il confronto tra i candidati è stato un confronto vero, sui nodi e sulla crisi del Paese, sul partito e su come intendono il futuro della politica.
Tre questioni non marginali che saranno il terreno sul quale i cittadini tutti (elettori e iscritti) dovranno scegliere, chi sarà chiamato a guidare il partito nei prossimi quattro anni.
Ora parte la corsa vera e qui si cominciano a vedere i primi tentativi di annacquare la novità. Non ho pregiudiziali verso nessuno, la strada è aperta a tutti, lettiani, (distribuiti un pò ovunque), franceschiniani, fassiniani, veltroniani, ecc.
Attenzione però! La scelta di fare una lista unica per il sostegno al candidato, non mi pare aiuti alla chiarezza, anzi, fa rivivere sotto false spoglie, le vecchie componenti e correnti. 
Spero di sbagliarmi, ma, la ripartizione definita a livello nazionale e regionale,  con tante componenti a sostegno di Matteo, è una miscela micidiale che può imprigionarlo e soffocarlo nelle vecchie logiche. 
Non si tratta solo di una spartizione sbilanciata di posti, quanto all'operazione di mettere il vino vecchio dentro gli otri nuovi e con il rischio di farlo risultare imbevibile. In questi mesi abbiamo scoperto energie di qualità, generose e disinteressate ai posti, il rischio di contaminazione con le vecchie logiche spartitorie è molto alto. Matteo deve sapere che se la sfida della segreteria è un passaggio duro, la sfida per la guida del Paese sarà durissima e tutti quelli che sono saliti sul carro, non solo non lo spingeranno mai, ma cercheranno di bucare le ruote.
Dopo la convenzione, ci aspettano giorni di lavoro pesante, non possiamo perdere la grande occasione che ci è data con Matteo Renzi, di rafforzare il PD, valorizzare l'entusiasmo di tante energie fresche, sviluppare la presenza del partito nei territori e rimotivare i tanti delusi di questi anni e farli tornare e credere che cambiare è possibile.

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