lunedì 11 novembre 2013

Congresso PD: una scelta difficile, matura e responsabile


Riccardo Imberti


Il congresso provinciale del Partito Democratico di Brescia tenutosi sabato 9 novembre, ha eletto segretario Michele Orlando. Buon lavoro al nuovo segretario!

La consultazione dei circoli del 27 ottobre scorso, aveva dato un risultato del tutto inaspettato. Le differenze tra i tre candidati erano talmente risicate che suggerivano di procedere, con responsabilità, nella ricerca dell'unità.

Michele Orlando, il più preferenziato, il giorno successivo all'esito, attraverso gli organi di stampa, dichiara di essere pronto a fare un passo indietro, se questo servisse a ricomporre l'unità del PD e riconoscendo l'ottimo risultato di Antonio Vivenzi, si dice disponibile ad orientare i propri delegati sul suo nome. Piero Bisinella, segretario uscente, dapprima dichiara di essere disponibile a fare, non uno, ma cinque passi indietro, sul nome di Vivenzi, poi, cambia parere e, appellandosi ad un interpretazione discutibile del regolamento, dice di voler andare alla conta. 

Nella giornata di sabato, Vivenzi e Orlando presentano un documento-mozione per l'unità del partito, sottoscritto da 62 delegati su 103, ma la presidenza non lo mette ai voti appellandosi alla decisione del comitato dei garanti, approvata da  4 dei 21 componenti iniziali a seguito di dimissioni. Sin qui i fatti di una giornata faticosa.

Alla cronaca, mi pare utile aggiungere una valutazione politica del congresso bresciano. Il gruppo che faceva capo a Vivenzi, dopo aver ottenuto l'ottimo risultato di consenso degli iscritti, aveva una grande responsabilità politica. In primo luogo, per ciò che rappresentava la proposta di rinnovamento di Vivenzi. Conseguentemente al quadro emerso dal congresso, la consapevolezza che si rendeva necessaria una risposta forte e unitaria alla guida del Partito Democratico, in grado si porre fine al conflitto permanente e spesso personale delle altre due candidature. Una situazione che necessitava di gesti coraggiosi e una disponibilità ad alcune rinunce per un obbiettivo superiore. La proposta di Vivenzi a segretario non è stata fatta a fini di potere, approfittando di essere ago della bilancia, ma al contrario, come servizio, consapevoli delle difficoltà che comportava. 

Questa proposta,  è stata accolta Orlando, non credo strumentalmente, ma non da Bisinella. La scelta di quest'ultimo, del tutto legittima, forse contando in una frattura del gruppo di Vivenzi, ha riportato le lancette a sabato 27, lasciando in campo Orlando e Bisinella e a quel punto si trattava di scegliere fra i due. In questo difficile passaggio è emersa con tutta evidenza, la maturità del gruppo di Antonio Vivenzi che, senza farsi incantare dal richiamo degli affetti, ha scelto la persona che a Brescia, ha assunto un comportamento politico più maturo. Alla fine la scelta di votare Orlando, che sulla carta, pareva essere  politicamente la più distante è stata la più convincente. Non è con questo che si è risolto il problema del partito a Brescia. La strada dell'unità e del rinnovamento, sono obbiettivi irrinunciabili e chi ha scelto Antonio dovrà essere ancor più esigente nel pretenderla e percorrerla. 

Ora si riparte, si apre la partita nazionale e anche a Brescia, dobbiamo coinvolgere tutte le energie disponibili, per fare in modo che Matteo Renzi, raccolga un vasto consenso e possa realizzare le cose che da tempo va dicendo di voler fare.

Nessun commento:

Posta un commento