«Veniamo col coraggio e l'orgoglio di un grande paese che nelle
istituzioni europee arriva per dare, non per chiedere». I passaggi
chiave dell'intervento del premier per l'inizio del semestre italiano
Fiducia e speranza
Voi, europarlamentari avete il compito di riportare fiducia e speranza
nelle istituzioni europee. Avete avuto da subito la massima
collaborazione del Consiglio, che ha deciso di rispettare le prerogative
del parlamento e il risultato della campagna elettorale.
Il selfie
Se oggi l’Europa facesse un selfie che immagine verrebbe fuori?
Emergerebbe il volto della stanchezza. L’Europa oggi mostrerebbe il
volto della noia.
Perché il Pd ha vinto
Nessun partito ha preso più voti del Pd. Li abbiamo presi non dicendo
che la colpa della crisi è dell’Europa, ma dicendo che noi dobbiamo fare
le riforme, cambiare la giustizia, cambiare le istituzioni. Prima di
tutto dobbiamo chiedere a noi la forza di cambiare. L’Italia non viene
qui a chiedere all’Europa i cambiamenti che noi non siamo in grado di
fare. Veniamo col coraggio e l’orgoglio di un grande paese che nelle
istituzioni europee arriva per dare, non per chiedere.
Stabilità e crescita
Non chiediamo di cambiare le regole. Ma rispetta le regole chi ricorda
che il patto si chiama «di stabilità e di crescita». Senza crescita
l’Europa non ha futuro. La crescita serve all’Europa, non all’Italia.
Semplicità e Gran Bretagna
C’è una smart Europe da costruire tutti insieme, con chi ha idee
politiche diverse. Per questo una Europa senza Regno Unito sarebbe meno
Europa, non sarebbe se stessa.
L’Europa faro di civiltà
L’Europa è una frontiera. Le difficoltà in Libia stanno portando a una
serie di stragi nel Mediterraneo, il Mare Nostrum. Il problema non è
solo l’immigrazione, bisogna rovesciare l’approccio: ci vuole un
protagonismo dell’Europa in Africa. Voi, eurodeputati, rappresentate la
civilità. Se di fronte ad Asia Bibi l’Europa non si indigna, l’Europa
non risponde alla sua chiamata, al suo destino.
L’Italia vuole portare la sua voce sulla politica estera
Dobbiamo essere portatori di libertà in Ucraina, ma non si costruisce
l’Europa senza collaborazione col nostro maggior vicino (la Russia).
Israele non ha solo il diritto di esistere, ma il dovere di esistere: è
la nostra memoria.
Una generazione nuova
Siamo come Telemaco, il figlio di Ulisse. La nostra generazione non
aveva diciottanni ai tempi di Maastricht. Dobbiamo riscoprirci Telemaco.
Le conquiste dei nostri padri vanno rinnovate giorno dopo giorno. Il
nostro destino è riscoprirci eredi, e guadagnarci il diritto di essere
eredi.
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