lunedì 7 luglio 2014

Davanti alla fronda Pd Renzi non intende mollare

Redazione 
Europa  

Per il segretario Pd i fronti su cui prosegue le sua battaglia sono le riforme, in particolare quella del senato, e il partito. Alla minoranza dei "frondisti" manda un ultimatum in vista dell'assemblea dei senatori di stasera e prepara una «iniziativa forte»
«Non cedo su nulla». È netto Matteo Renzi, a due giorni dal voto in commissione sul disegno di legge di riforma del senato. Parla diritto ai suoi mostrandosi irremovibile, innanzitutto sula non elettività dei senatori. I quotidiani ricostruiscono: il presidente del consiglio non intende mettere a rischio il sì in aula al disegno di legge per colpa dei “frondisti”, la ventina di senatori dem (più quali di FI) pronti a bloccare tutto. E che a questo punto ridiscute anche l’organizzazione del partito: addio alla gestione interna, manda a dire il segretario Pd ai suoi, non si cede alle minacce.
Parla ai bersaniani, ma anche ai Mineo-Minzolini e ribadisce la sua volontà di portare a casa il risultato. Francesco Bei su Repubblica scrive di un’agenda serrata per tenere i suoi, che inizia stasera, quando Renzi incontrerà i senatori all’assemblea e intimerà loro di stare «o di qua o di là». I “ribelli” insistono proprio sull’elettività ed è a loro che Renzi risponde che sarà «durissimo».
Di ultimatum parla anche Tommaso Labate sul Corriere, di un segretario Pd pronto a lanciare «una “iniziativa forte”, attacca per sperare di non rimanere scoperto dietro» perché «i segnali che arrivano non lo tranquillizzano nemmeno un po’». Senza dimenticare che la riforma del senato vale moltissimo per la Ue, «è lo scalpo del nuovo senato da portare in Europa» (dove il presidente del consiglio andrà il 16 luglio per partecipare la consiglio Ue), scrive Fabio Martini sulla Stampa, 
Che poi racconta che sempre questa sera il segretario potrebbe «rivedere lo schema unitario col quale intendeva formare la segreteria Pd» e quindi le minoranze, bersaniana e civatiana, che sarebbero fuori dalla gestione.
E ricorda che resta il rischio che i senatori in dissenso possano esprimersi con un no anche sul voto finale. È vero, scrive Martini, che l’asse Minzolini-Mineo non preoccupa più molto il presidente del consiglio, che intanto è stato rassicurato da Alfano per il fronte Ncd. E che la maggioranza potrebbe arrivare grazie alla Lega. Oltre al fatto che c’è da attendere anche cosa accadrà in Forza Italia (Berlusconi incontrerà i suoi domani, per ricomporre la fronda interna, contraria al senato non elettiva).

Nessun commento:

Posta un commento