lunedì 12 agosto 2013

Salvador, presto beato l'arcivescovo Romero Assassinato dagli squadroni della morte

Il cardinale cubano Ortega, inviato di Papa Francesco al Congresso Eucaristico Nazionale, durante la messa preannuncia "gli onori degli altari" per il religioso ucciso in chiesa nel 1980

CITTA' DEL VATICANO  -  Presto l'elenco dei martiri della Chiesa cattolica si arricchirà della presenza di un nuovo santo, Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador ucciso a 73 anni, il 24 marzo 1980, mentre celebrava Messa sull'altare della chiesa della Divina Provvidenza, nell'ospedale del Salvador. A decretarne la fine furono gli squadroni della morte guidati dal maggiore Roberto d'Aubuisson, su mandato del governo fascista della tormentata nazione sudamericana. Romero fu assassinato da un sicario di d'Aubuisson, leader del partito nazionalista Arena (Alianza republicana nazionalista), all'elevazione dell'ostia eucaristica, il momento più solenne della Messa cristiana. La sua "colpa"? Aver difeso i poveri salvadoregni dall'oppressione degli squadroni della morte ed aver chiamato direttamente in causa le responsabilità delle formazioni politiche governative.

Dopo 33 anni dall'assassinio e 17 anni dall'inizio della causa di beatificazione su iniziativa del postulatore, l'arcivescovo Vincenzo Paglia, fondatore della Comunità di S. Egidio e presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, per monsignor Romero la strada per l'ascesa agli onori degli altari potrebbe subire una accelerazione improvvisa. Lo ha fatto capire ieri il cardinale cubano Jaime Ortega, arcivescovo dell'Avana e inviato speciale di papa Francesco al V Congresso Eucaristico Nazionale in corso a El Salvador. La notizia è stata rilanciata dalla Fides, l'agenzia stampa di Propaganda Fide, il dicastero per le missioni estere della Santa Sede, e subito ripresa ampiamente dalla Radio Vaticana. "Chiediamo al Signore per lui (monsignor Romero), l'onore degli altari", ha detto, tra l'altro, l'arcivescovo dell'Avana durante l'omelia della celebrazione tenutasi presso un complesso sportivo a Santa Tecla, vicino alla capitale salvadoregna, alla presenza di migliaia di fedeli.

La messa celebrata ieri non solo era la chiusura del V Congresso Eucaristico Nazionale, ma anche la chiusura del centenario dell'Arcidiocesi di San Salvador e delle diocesi di Santa Ana e San Miguel. Un momento, quindi, di grande partecipazione popolare per tutta l'America Latina. Secondo la Fides, la celebrazione ha visto anche la presenza dell'arcivescovo di Tegucigalpa, il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, coordinatore della commissione di otto cardinali incaricata da papa Francesco di studiare la riforma della Curia romana. Massiccia la presenza di vescovi locali e di presuli provenienti da altri paesi dell'America centrale, affiancati da centinaia di sacerdoti, seminaristi e migliaia di fedeli che hanno espresso "gioia e partecipazione con un grande lungo applauso e parole di commozione al momento delle parole pronunciate da Ortega sulla beatificazione di monsignor Romero", ha specificato la Radio Vaticana. "Soddisfazione" è stata inoltre espressa anche dall'entourage del postulatore, monsignor Paglia, da sempre impegnatissimo a portare avanti la causa di beatificazione malgrado non poche resistenze emerse sulla figura di Romero dentro e fuori il Vaticano, ed in particolare da quelle componenti politiche del Salvador ancora ostili alla sua appassionata difesa delle istanze dei poveri a cui l'ex arcivescovo di San Salvador dedicò tutta la sua vita. Ora, dopo il pronunciamento del cardinale Ortega  -  il primo delegato papale a chiedere pubblicamente preghiere per la beatificazione di Romero  -  la via della santificazione dell'arcivescovo martire si dovrebbe accorciare notevolmente.

Essendo stato assassinato durante la Messa, sull'altare, e in odio alla sua difesa dei poveri nel nome di Gesù Cristo, per la proclamazione della sua santità non ci sarà bisogno di riconoscergli un miracolo avvenuto per sua intercessione. In sostanza, la Congregazione per la dottrina della Fede sarà chiamata a pronunciarsi sul martirio di monsignor Romero con lo stesso criterio con cui è stato beatificato poche settimane fa un altro grande martire assassinato per la sua opera di educazione tra i giovani per contrastare la mafia e per le sue pubbliche denunce contro il crimine organizzato, don Pino Puglisi.

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