Salvador, presto beato l'arcivescovo Romero Assassinato dagli squadroni della morte
Il cardinale cubano Ortega, inviato di Papa
Francesco al Congresso Eucaristico Nazionale, durante la messa
preannuncia "gli onori degli altari" per il religioso ucciso in chiesa
nel 1980
di ORAZIO LA ROCCA Oscar Romero CITTA' DEL VATICANO - Presto l'elenco dei
martiri della Chiesa cattolica si arricchirà della presenza di un nuovo
santo, Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador ucciso a 73 anni, il
24 marzo 1980, mentre celebrava Messa sull'altare della chiesa della
Divina Provvidenza, nell'ospedale del Salvador. A decretarne la fine
furono gli squadroni della morte guidati dal maggiore Roberto
d'Aubuisson, su mandato del governo fascista della tormentata nazione
sudamericana. Romero fu assassinato da un sicario di d'Aubuisson, leader
del partito nazionalista Arena (Alianza republicana nazionalista),
all'elevazione dell'ostia eucaristica, il momento più solenne della
Messa cristiana. La sua "colpa"? Aver difeso i poveri salvadoregni
dall'oppressione degli squadroni della morte ed aver chiamato
direttamente in causa le responsabilità delle formazioni politiche
governative.
Dopo 33 anni dall'assassinio e 17 anni dall'inizio
della causa di beatificazione su iniziativa del postulatore,
l'arcivescovo Vincenzo Paglia, fondatore della Comunità di S. Egidio e
presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, per monsignor
Romero la strada per l'ascesa agli onori degli altari potrebbe subire
una accelerazione improvvisa. Lo ha fatto capire ieri il cardinale
cubano Jaime Ortega, arcivescovo dell'Avana e inviato speciale di papa
Francesco al V Congresso Eucaristico Nazionale in corso a El Salvador.
La notizia è stata rilanciata dalla Fides, l'agenzia stampa di
Propaganda Fide, il dicastero per le missioni estere della Santa Sede, e
subito ripresa ampiamente dalla Radio Vaticana. "Chiediamo al Signore
per lui (monsignor Romero), l'onore degli altari", ha detto, tra
l'altro, l'arcivescovo dell'Avana durante l'omelia della celebrazione
tenutasi presso un complesso sportivo a Santa Tecla, vicino alla
capitale salvadoregna, alla presenza di migliaia di fedeli.
La
messa celebrata ieri non solo era la chiusura del V Congresso
Eucaristico Nazionale, ma anche la chiusura del centenario
dell'Arcidiocesi di San Salvador e delle diocesi di Santa Ana e San
Miguel. Un momento, quindi, di grande partecipazione popolare per tutta
l'America Latina. Secondo la Fides, la celebrazione ha visto anche la
presenza dell'arcivescovo di Tegucigalpa, il cardinale Oscar Rodriguez
Maradiaga, coordinatore della commissione di otto cardinali incaricata
da papa Francesco di studiare la riforma della Curia romana. Massiccia
la presenza di vescovi locali e di presuli provenienti da altri paesi
dell'America centrale, affiancati da centinaia di sacerdoti, seminaristi
e migliaia di fedeli che hanno espresso "gioia e partecipazione con un
grande lungo applauso e parole di commozione al momento delle parole
pronunciate da Ortega sulla beatificazione di monsignor Romero", ha
specificato la Radio Vaticana. "Soddisfazione" è stata inoltre espressa
anche dall'entourage del postulatore, monsignor Paglia, da sempre
impegnatissimo a portare avanti la causa di beatificazione malgrado non
poche resistenze emerse sulla figura di Romero dentro e fuori il
Vaticano, ed in particolare da quelle componenti politiche del Salvador
ancora ostili alla sua appassionata difesa delle istanze dei poveri a
cui l'ex arcivescovo di San Salvador dedicò tutta la sua vita. Ora, dopo
il pronunciamento del cardinale Ortega - il primo delegato papale a
chiedere pubblicamente preghiere per la beatificazione di Romero - la
via della santificazione dell'arcivescovo martire si dovrebbe accorciare
notevolmente.
Essendo stato assassinato durante la Messa,
sull'altare, e in odio alla sua difesa dei poveri nel nome di Gesù
Cristo, per la proclamazione della sua santità non ci sarà bisogno di
riconoscergli un miracolo avvenuto per sua intercessione. In sostanza,
la Congregazione per la dottrina della Fede sarà chiamata a pronunciarsi
sul martirio di monsignor Romero con lo stesso criterio con cui è stato
beatificato poche settimane fa un altro grande martire assassinato per
la sua opera di educazione tra i giovani per contrastare la mafia e per
le sue pubbliche denunce contro il crimine organizzato, don Pino
Puglisi.
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