lunedì 26 agosto 2013

Nessuno mi può giudicare....


Riccardo Imberti

Non se ne può più!!!!
Devo confessare che non avevo nessuna voglia di parlare del condannato, ma la situazione mi è parsa tanto grottesca, che non mi sono sentito di tacere (senza utilizzare termini scurrili) per esprimere la mia forte irritazione leggendo i titoli di tutti i più importanti giornali della settimana politica trascorsa. Pagine e pagine per informarci dell'indulto, della grazia, dell'agibilitá politica, degli incontri tra falchi e colombe e narrare degli umori di un personaggio che, dopo una condanna definitiva, dovrebbe solo tacere e ritirarsi di buon ordine.
Nei paesi democratici seri succede...da noi no.
Io spero tanto che il 9 di settembre non accada l'irreparabile, che il pd voti compatto la decadenza da senatore del condannato e convochi al più presto il suo congresso.
Se il pdl ritirerá i suoi ministri e fará la scelta di mettere in crisi questa anomala maggioranza, il pd non perda altro tempo, si attrezzi al meglio, trovi i numeri per modificare la legge elettorale, denunci senza timori la responsabilitá e i motivi della crisi e si prepari alle elezioni.
Vi pare che l'Italia con i problemi drammatici che vive, possa sostenere a lungo una situazione di questo genere?
Di fronte ai gravi problemi internazionali, con il ritorno del terrorismo nell'area mediorientale, con la situazione esplosiva in Egitto e la drammatica situazione della Siria con possibili minacciosi venti di guerra, possiamo continuare ad interessarci d'altro?
Mai come in queste ore mi sono chiesto quando potremo vivere in un Paese normale. Un Paese nel quale la consapevolezza delle difficoltà, affermata e condivisa da tutti, si traduca in comportamenti responsabili, l'interesse generale prevalga sugli interessi particolari e i privilegi di pochi siano sostituiti dalla garanzia dei diritti essenziali di tanti giovani e tante famiglie.
Perchè questo possa accadere è necessario che la classe dirigente politica, sindacale ed economica, sia credibile agli occhi dei cittadini e con l'esempio sappia dimostrare di essere al servizio di questo Paese malmesso, togliendo privilegi fin troppo stridenti, in un periodo di profonda crisi come il nostro.
Non servono atti eroici ma piccoli segni non più rinviabili, che diano la misura della volontá di voltare pagina: la riduzione dei costi della politica, la trasparenza dei comportamenti tra ciò che si dice e ciò che si fa, saper dire di no a rivendicazioni di carattere corporativo e premiare attività produttive in grado di procurare occupazione regolare, snellire la burocrazia asfissiante della nostra pubblica amministrazione. rimettere in agenda un progetto di valorizzazione del nostro patrimonio artistico, ambientale e culturale.
Da quanto tempo ci sentiamo fare promesse e programmi in questa direzione? Il governo Monti pareva rappresentare l'occasione per far fronte ad alcuni di questi problemi. Non è riuscito nell'intento. Ora non c'è più tempo da perdere, se le larghe intese servono solo per salvare il padrone del pdl, e peggiorare la credibilitá dell'Italia nei confronti dei partner europei e mondiali, è meglio chiudere qui l'esperimento, e ricorrere alla volontá popolare. Credo che sia la cosa più utile per il nostro Paese.

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