lunedì 12 agosto 2013

Israele approva 1200 nuovi alloggi: nuovi rischi per il negoziato di pace

La Repubblica 12 agosto 2013







L'annuncio del governo di Tel Aviv a tre giorni dalla ripresa degli incontri. Gran parte delle case sorgerà a Gerusalemme Est. Il negoziatore palestinese: "E' la dimostrazione che i colloqui non sono seri". Il ministro Ariel: "Solo noi possiamo decidere se e dove costruire". Entro due giorni liberati 26 prigionieri

 GERUSALEMME - E' una decisione che peserà sui colloqui di pace tra Israele e Palestina, che dovrebbero riprendere tra tre giorni, mercoledì, a Gerusalemme: il governo di Tel Aviv ha dato l'approvazione definitiva alla costruzione di circa 1200 alloggi a Gerusalemme Est e in Cisgiordania.

La reazione palestinese è stata affidata al negoziatore Mohammad Chtayyeh: "Questo annuncio dimostra che Israele non prende seriamente i colloqui di pace e ha l'intenzione di distruggere le basi d'una soluzione pacifica per la nascita di uno Stato palestinese"

Mahmoud Abbas, leader dell'Autorità nazionale palestinese, si era sempre rifiutato di riprendere i colloqui di pace senza uno stop ai nuovi insediamenti. Poi, anche in seguito alle pressione degli Stati Uniti, il via libera ai negoziati: in cambio Israele rilascerà 104 prigionieri palestinesi nei prossimi quattro mesi.

Gran parte delle nuove case, 793 per la precisione, saranno a Gerusalemme Est, mentre 394 sorgeranno in Cisgiordania, entrambe zone occupare da Israele nel 1967 che potrebbero essere un nucleo del futuro Stato palestinese. Al momento vivono in questi territori circa 560mila israeliani. La comunità ebraica in questi territori potrebbe creare difficoltà nell'individuare i confini del nuovo Stato.

"Nessun Paese prende ordini da altri paesi su dove può costruire - ha detto in una nota il ministro degli alloggi Uri Ariel - noi continueremo a creare alloggi in tutto il paese, è la cosa giusta in questo momento, per il sionismo e per l'economia".

Dall'altra parte, il governo di Tel Aviv ha annunciato oggi che saranno liberati entro le prossime 48 ore 26 dei 104 prigionieri palestinesi individuati quale parte delle concessioni per la ripresa dei negoziati di pace. Si tratta di prigionieri detenuti da prima degli accordi di Oslo nel 1993. Dei 26, 14 saranno liberati nella Striscia di Gaza, controllata da giugno del 2007 da Hamas, e gli altri in Cisgiordania, guidata dall'Anp.

 I colloqui diretti tra israeliani e palestinesi, bloccati da quasi 3 anni, sono formalmente ripresi a fine luglio a Washington grazie all'impegno del segretario di Stato americano, John Kerry. Oggi l'inviato speciale statunitense Martin Indyk, che medierà il prossimo round di colloqui, ha incontrato a Ramallah il presidente dell'Anp, Mahmoud Abbas.

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