domenica 18 agosto 2013

Il Pd e il rapper Moreno nella festa dei sospetti

Corriere della Sera 18 agosto 2013

Renzi o il Cavaliere dietro la presenza del vincitore di Amici?

Non ci sono più le Feste dell'Unità di una volta. Où sont les neiges d'antan? Dove sono i Guccini, i De Gregori, i Vecchioni, dov'è la buona coscienza cantautoriale che avrebbe dovuto salvare la politica? Ha suscitato polemiche l'annuncio della partecipazione alla Festa democratica del Pd del rapper Moreno, vincitore della dodicesima edizione di Amici di Maria De Filippi. Anzi, il genovese Moreno suggellerà l'evento clou della festa; non a caso (come dicono i deterministi), il suo brano di maggior successo si chiama Che confusione, e chi vuol metaforizzare metaforizzi! «Da Compagni ad Amici», questo il destino del Pd decretato da Twitter.
I militanti hanno manifestato inquietudine (è Moreno il loro problema? È Fabri Fibra che ha prodotto la canzone?) e subito sono fiorite illazioni. Il rapper era un concorrente che si esibì quando, indossando un giubbino di pelle alla Fonzie, Matteo Renzi fu ospitato da Maria la scorsa primavera e si guadagnò l'irrisione dei nemici e l'appellativo di Renzie (se per questo, anni prima anche Piero Fassino si era fatto adottare dalla De Filippi). Renzi ha messo le mani sul partito? Per farla breve, dietro la De Filippi, dietro Moreno, dietro Renzi ci sarebbe sempre Lui, il Signore di Arcore.
L'unico aspetto evidente in questa storia è che la distanza tra il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, e Moreno Donadoni è abissale: tra un sindacalismo di stampo ottocentesco e il talent show c'è una diversità di audience che nessuna polemica potrà mai colmare. Di questo dovrebbero preoccuparsi i militanti e i simpatizzanti del Pd. E se avesse ragione Carlo Freccero? In un'intervista ha sostenuto provocatoriamente: «Maria De Filippi è il mio Censis». Per poi aggiungere: «Mi fa sempre capire che cos'è oggi la realtà italiana e molte volte capisco che l'Italia è un Paese anni Trenta».
È vero, il nostro è un Paese pieno di contraddizioni. Quando i D'Alema, i Veltroni, i Rutelli si servivano di Maurizio Costanzo per «andare verso il popolo», tutti zitti, Berlusconi non c'entrava. Adesso si scopre che il Pd è senza bardi e che persino De Gregori avanza pesanti critiche. È facile cantare in tempi felici, difficile resistere al canto delle Sirene.

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