mercoledì 21 agosto 2013

LA CONDANNA DI BERLUSCONI

Domande & risposte
Decadenza, ecco il muro della Severino
Indulto, retroattività e ricorsi: il decreto è impermeabile agli attacchi del Pd

Ce la farà il Pdl a dimostrare che la legge Severino è solo un pezzo di carta che non serve a nulla e non si applica a Berlusconi? È questo l’interrogativo che renderà “caldo” il prossimo settembre.
DAL giorno della sentenza Mediaset, dal centrodestra sono arrivati solo dubbi che, per otto mesi, non erano mai stati sollevati. Adesso sono sul tavolo. Ripercorriamoli per valutarne il peso.
Che cos’è la legge Severino?
In questi giorni, per legge Severino, s’intende il decreto legislativo 235 approvato dal consiglio dei ministri nel dicembre 2012. Era stata la legge anti-corruzione, votata da tutti il 31 ottobre (480 sì, 19 contrari e 25 astenuti), ma con l’aperta contrarietà di Di Pietro, dei Radicali, di pidiellini dissidenti, a delegare il governo. Merita ricordare che la legge nasce come legge Alfano. Fu l’ex Guardasigilli a portarla in consiglio dei ministri il primo marzo 2010. Un consiglio famoso perché Berlusconi l’ha utilizzato per ricorrere alla Consulta proprio nel tentativo di azzerare il processo Mediaset, visto che i giudici non avevano accettato il suo legittimo impedimento, nonostante la legge fosse per lui, in quel momento, importante tanto da disertare l’udienza. La Consulta però ha dato ragione alle toghe.
Qual era lo spirito della legge quando fu votata?
In Parlamento tutti hanno accettato il principio che incandidabilità e decadenza sono conseguenze «di pubblica moralizzazione della politica». Scontato quindi, oltre ogni ragionevole dubbio, che si tratta di una legge che stabilisce sanzioni amministrative e non di una natura penale.
La legge Severino si applica anche ai reati precedenti alla sua entrata in vigore?
Proprio per la sua natura amministrativa essa si applica anche ai reati commessi in precedenza. Peraltro la questione è talmente scontata che in Parlamento non se n’è neppure discusso, tant’è che non è prevista una specifica norma transitoria. Le sentenza del Consiglio di Stato, della Consulta e della Cassazione confermano questalettura.
Se una pena è coperta dall’indulto, vale l’entità della condanna o la pena effettiva da scontare?
Anche in questo caso, la natura amministrativa dell’impossibilità a candidarsi e della necessità di decadere, obbligano a calcolare le pena effettiva indicata dalla sentenza di condanna e non lo sconto che la riduce. Chi ha diritto all’indulto, che cancella la pena ma non il reato commesso, non sarà nécandidabile, né potrà restare in Parlamento.
Per applicare la legge Severino bisogna aspettare le motivazioni della sentenza?
Non è assolutamente necessario aspettare che il giudice relatore del caso Mediaset Amedeo Franco scriva e depositi le motivazioni. Il dispositivo della sentenza, che non a caso è stato inviato alla procura di Milano dalla Cassazione la sera stessa in cui la sentenza è stata emessa, reca l’indicazione puntuale che si tratta di una sentenza “irrevocabile”. Quindi le motivazioni non sono affatto necessarie.
Con quali tempi il Senato deve decidere la decadenza di Berlusconi?
La legge Severino è molto chiara in proposito. Essa, all’articolo 3, che riguarda il caso della decadenza da sopravvenuta condanna mentre l’articolo 1 attiene all’incandidabilità per una condanna già esistente fino a due anni, parla di procedura da effettuare “immediatamente”. L’avverbio viene usato due volte, la prima per stabilire che i magistrati devono trasmettere “immediatamente” il dispositivo della sentenza; la seconda per indicare che le Camere devono procedere “immediatamente” alla decadenza.
Che rapporto c’è tra la decadenza prevista dalla legge Severino e l’interdizione dai pubblici uffici? Il Senato dovrebbe valutare assieme le due cause di sospensione, e quindi attendere che la Corte d’appello, nel caso di Berlusconi, la ricalcoli, oppure deve andare avanti e può decidere separatamente?
Gli effetti della legge Severino e dell’interdizione sono identici, in entrambi i casi è previsto un voto del Parlamento, ma la Severino interviene anche laddove non sia stata prevista dai giudici un’interdizione come pena accessoria. Poiché la Severino parla di decisione “immediata”, il Senato non può attendere. Quando la Cassazione dirà l’ultima parola, Berlusconi sarà già fuori dal Parlamento e non sarà comunque più ricandidabile.
La Severino è alla sua prima applicazione. I dubbi sollevati dal Pdl possono confluire in una questione di costituzionalità da sollevare davanti alla Consulta?
Lo ha proposto il costituzionalista Niccolò Zanon, componente laico del Csm in quota Pdl, ma non è affatto detto che l’aula, e comunque sicuramente non la giunta, possano rivolgersi alla Corte. La legge stabilisce che può ricorrere alla Consulta solo un giudice nel corso di un giudizio, e questo non è il caso del voto sulla decadenza che non è un nuovo processo. Peraltro il Senato, come la Camera, hanno già avuto la possibilità di valutare la costituzionalità della legge in fase di voto e i quesiti di costituzionalità sono stati respinti. Come lo ha fatto il capo dello Stato che ha firmato sia la legge anti-corruzione che il decreto sull’incandidabilità.
Berlusconi si può ricandidare?
L’ex premier, per i prossimi sei anni, non potrà più essere eletto. A fermarlo saranno gli uffici elettorali non appena avranno tra le mani il suo certificato penale

Liana Milella

La Repubblica - 21/08/2013

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