mercoledì 6 agosto 2014

Ecco la squadra dei nuovi guardiani sui conti.

Corriere della Sera del 06/08/14
Mario Sensini

La squadra è fatta, pronta ad entrare all’opera a metà settembre con l’esame della Nota di Aggiornamento al Documento di economia e finanza. Un documento chiave, che svelerà la reale dimensione della difficile manovra di bilancio che si prospetta nel 2015. E che per la prima volta nella storia della Repubblica, mentre proprio in questi giorni si rinfiamma l’annosa polemica tra gli eletti ed i tecnocrati, sarà valutato e certificato da un’Autorità nuova di zecca, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, una struttura prevista dai nuovi accordi europei, composta da tecnici e indipendente dalla politica.

Ancor più indipendente, almeno sulla carta, della temutissima Ragioneria dello Stato, che è pur sempre un Dipartimento del Ministero dell’Economia, ed incaricata di un ruolo delicatissimo. La legge di attuazione del nuovo articolo 81 della Costituzione che impone il pareggio di bilancio, affida all’Ufficio il compito di “validare” le previsioni economiche e di bilancio, calcolare l’impatto dei provvedimenti legislativi più importanti, monitorare l’andamento del bilancio e soprattutto di accendere la “spia rossa” non appena si verifichi uno scostamento dagli obiettivi.

Proprio in questi giorni il Consiglio dell’Ufficio, guidato da Giuseppe Pisauro, professore di Economia alla Bocconi e tra i fondatori del sito lavoce.info, ha fatto le prime assunzioni per ricoprire i ruoli chiave. Nella struttura che si occuperà dell’analisi e della ricerca economica, quella che dovrà bollinare le previsioni economiche del governo, sono stati chiamati Maria Cristina Mercuri, dirigente dell’Istat distaccata al ministero dell’Economia, Flavio Padrini, dirigente del Mef e fino a ieri alla Rappresentanza presso la Ue, incaricato dei rapporti con il Consiglio Ecofin, e Corrado Pollastri, primo ricercatore dell’Istat.

Lo stesso Pisauro ha incontrato nei giorni scorsi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via, ed il Ragioniere Generale, Daniele Franco, per concordare il protocollo per la trasmissione di tutti i dati contabili ed economici utili al lavoro dell’Ufficio, che potrà avvalersi dell’accesso diretto alle banche dati dell’amministrazione pubblica, che dovrà prestare, c’è scritto nella legge istitutiva, «ogni forma di collaborazione ritenuta utile». A guidare l’attività dell’Autorità, oltre a Pisauro, ci saranno Alberto Zanardi, professore di scienza delle finanze, e Chiara Goretti, fino a pochi giorni fa consigliere economico dello stesso Padoan.

I regolamenti interni sono stati messi a punto e inviati ai presidenti delle Camere per il previsto parere, e per metà agosto la struttura la struttura sarà operativa. Più o meno negli stessi tempi dovrebbe essere definita la nuova squadra degli esperti economici che il premier, Matteo Renzi, vuole con sé alla Presidenza del Consiglio. Nel team di Palazzo Chigi, che sarebbe coordinato da Yoram Gutgeld , consigliere economico del premier, e da Filippo Taddei, responsabile economico del Pd, dovrebbe arrivare anche Marco Fortis, esperto di economia industriale. Ci saranno Veronica De Romanis, economista, Tommaso Nannicini, che insegna econometria, e Marco Simoni, professore a Londra, tra l’altro consigliere del vice ministro Carlo Calenda. Non entrerebbe nella squadra, invece, il rettore della Bocconi Guido Tabellini, di cui si era fatto il nome nei giorni scorsi.

Alcuni andranno a ricoprire incarichi di gabinetto o nella struttura della Presidenza, e non è ancora chiaro se questa sorta di cabina di regia verrà formalizzata come tale. Certo è che Renzi vuol avere in mano il polso dell’economia, e che al “tecnico” Padoan, a suo tempo consigliere economico a Palazzo Chigi, quando all’Economia c’era Carlo Azeglio Ciampi, la cosa non dispiace. Al ministero dell’Economia, in ogni caso, non considerano la creazione del super consiglio economico a Palazzo Chigi come un commissariamento. Se c’è qualcosa destinata a cambiare gli equilibri della discussione di politica economica, dicono, quella sarà proprio l’Autorità indipendente di bilancio




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