Roberto Giachetti
Roma, 24-04-2014
Caro Matteo,
da quando è nato il Partito
democratico sono quasi sempre stato in minoranza, ho combattuto a
viso aperto le mie battaglie all’interno del gruppo parlamentare e
di fronte alle scelte della maggioranza mi sono sempre adeguato con
la lealtà che è dovuta nella vita democratica interna. Non di rado
quelle scelte che ho contrastato da dentro sono state la causa di
clamorose sconfitte politiche ed elettorali ma non sono mai scappato,
non mi sono mai sottratto alla responsabilità collettiva,
assumendole come sconfitte anche mie pur avendole energicamente
avversate all’interno del Gruppo.
Quello che sta accadendo oggi tra noi,
in particolare ma non solo sul tema delle riforme istituzionali, è
davvero inconcepibile nella vita democratica della nostra comunità
parlamentare. Tutto si ribalta e quelli che ieri erano maggioranza e
pretendevano fedeltà alle decisioni prese, oggi, con una
disinvoltura ed una leggerezza assai preoccupanti, rivendicano il
loro diritto non a dissentire - ci mancherebbe altro - ma ad
interdire le scelte che con i medesimi riti democratici in una
condizione nuova e, per fortuna, diversa, si assumono formalmente. Ho
sentito addirittura rivendicare il diritto all’obiezione di
coscienza sulle riforme istituzionali.
Si sta gravemente alterando il metodo e
si sta mettendo seriamente a rischio la volontà di coloro che oggi
sono il partito: i partecipanti alle primarie. Un costante tentativo
di guastare, di indebolire, di annacquare quelle riforme e quei
cambiamenti che in Italia non si sono fatti per vent’anni, spesso
per responsabilità primaria di chi oggi fa interdizione, e che molti
vogliono ancora rinviare magari sostituendoli con quelle fumose
chiacchiere che ci accompagnano da decenni. Questa azione interna al
partito si salda con il vasto esercito transpartitico di vecchi e
novelli conservatori che avvertono ogni possibile cambiamento e
riforma come il più grande rischio alla loro sopravvivenza politica.
Bada bene: parliamo di ceto politico
non di elettorato, perché credo che tu meglio di me sappia (lo
dicono tutti i sondaggi) quanto l’elettorato chieda riforme e
quanto apprezzi lo sforzo che stiamo tentando di fare, contro le
infinite resistenze diffuse in ogni dove dell’attuale potere
politico e non solo. Allora ti domando sinceramente: chi te lo fa
fare? Perché continuare? Al netto delle naturali e scontate critiche
che ovviamente vengono rivolte a chi governa da chi si oppone, ho la
sensazione che vi sia un palese accanimento contro a prescindere, una
convergente azione dentro e fuori il partito che punta a far saltare
ogni cosa a priori giocando sulla manifesta fragilità dell’assetto
politico sul quale si basa l’azione del governo.
A questa fisiologica attività di contrasto che si organizza in ogni dove, in politica e nei cosiddetti poteri forti, nel partito e fuori, tanto più accanita quanto è manifesto e diffuso l’apprezzamento dell’elettorato per l’azione del Governo, non si può far fronte sostanzialmente a mani nude, senza poter contare su una forte e leale tenuta della maggioranza.
A questa fisiologica attività di contrasto che si organizza in ogni dove, in politica e nei cosiddetti poteri forti, nel partito e fuori, tanto più accanita quanto è manifesto e diffuso l’apprezzamento dell’elettorato per l’azione del Governo, non si può far fronte sostanzialmente a mani nude, senza poter contare su una forte e leale tenuta della maggioranza.
E allora torno: chi te lo fa fare? Se
consentito: chi ce lo fa fare? Non rischiamo solo di perdere tempo,
tempo di cui il nostro Paese non dispone più? Facciamolo un bel
referendum, caro Matteo. Chiamiamo gli elettori a decidere se tutto
quello che si è fatto e, soprattutto, quello che si vorrebbe fare, è
davvero così inutile, dannoso, deleterio per i nostri cittadini.
Spostiamo il dibattito nell’Italia vera, andiamo ad elezioni. Una
legge elettorale tutto sommato c’è, ci sono pure le preferenze
che, di sicuro (ce lo hanno spiegato loro!), aiuteranno a verificare
la consistenza di tante scelte politiche; andiamo a votare subito e
facciamo le cose che abbiamo in mente in un nuovo contesto politico.
Certo con questa legge elettorale
bisognerà fare un’altra maggioranza di coalizione ma sono sicuro
che i rapporti di forza saranno molto migliori per il PD e poi almeno
avrai il diritto e la possibilità di guidare un governo con un
gruppo parlamentare coeso e leale. Pensaci Matteo: chi te lo fa fare?
Facciamo saltare il tavolo di questo ceto politico e ascoltiamo gli
elettori!
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