Alle parlamentarie votano in 33mila,
pronti 73 nomi. Il capo del Meet up Parma: “Perfetti sconosciuti
molti dei prescelti” Polemiche sui portaborse. A Bologna impedito
di votare ad alcuni attivisti. In Sicilia rivolta anti-Nuti: ha
spinto gli amici
CATERINA GIUSBERTI
Da cinquemila aspiranti a 73 candidati,
di cui 34 donne, 33mila votanti. Dopo cinque giorni e due turni di
votazioni al buio, le liste del Movimento 5 Stelle per le Europee si
sono materializzate online ieri pomeriggio. Ma mentre Grillo da
Malagrotta spara ancora contro i giornalisti («vorrei vedervi dietro
le sbarre») e Napolitano («non pensavo facesse quello che ha fatto
alla sua età»), e nomina Papa Francesco «primo grillino della
storia», dai territori montano le polemiche contro la democrazia
della Rete: mistero sulle preferenze dei candidati al primo turno,
black out del sistema per mezza giornata giovedì, nessuna
certificazione del voto e candidati sconosciuti ai meetup.
In Emilia Romagna, ex culla del
Movimento ormai decimata tra fedelissimi e ribelli, il malcontento
parte dalla Stalingrado di Parma. «Ci tengo a precisare - scrive su
Faceboook il gestore del Meetup Andrea d’Alessandro - che la
candidata Roberta Cecchin in nessun modo ha aiutato o collaborato
attivamente con il gruppo di attivisti di Parma». E il capogruppo in
consiglio Marco Bosi gli fa eco: «Sono sbalordito: 33 candidati,
molti dei quali non hanno mai partecipato. È questo il Movimento che
vogliamo?». Il sindaco Federico Pizzarotti che aveva espresso le
proprie perplessità («si è candidata gente che non abbiamo mai
visto») incassata la bacchettata di Grillo («cerca visibilità»)
inverte la marcia: «È un passo in avanti rispetto alle vecchie e
arrugginite modalità dei partiti. Polemiche montate ad arte».
Si va dalle 33 preferenze del
programmatore valdostano Manuel Voulaz (31 anni), alle 1.880 di Dario
Tamburrano, 43 anni, medico romano e attivista della prima ora. Tra i
benedetti dalla rete c’è Grazia Mennella, medico di Lecco «nata a
Napoli, quindi provenienza Regno delle due Sicilie». O Tiziana
Beghin, imprenditrice 42enne di Alessandria, «ex membro della
Pantera». Alice Tranchellini, 47 anni, milanese sogna “un Europa
più pari”, mentre Luigia Embrice, 24 anni, napoletana, avverte:
«Il mio impegno sarà orientato alla lotta all’omofobia ».
Piovono portaborse e collaboratori: Marco Affronte, riminese, da due
anni lavora per il consigliere regionale Andrea Defranceschi, Stefano
Girard per il senatore Marco Scibona, Marco Valli, collabora con i
deputati della Commissione Fi- nanze, Giorgio Burlini per quella
Bilancio di Palazzo Madama, mentre Massimo Castaldo è il braccio
destro di Paola Taverna.
Da Bologna, dove a una ventina di
attivisti storici è stato impedito di votare disattivando il loro
account sul blog, arriva solo la fedelissima Silvia Piccinini
(31enne, impiegata in un negozio di giochi, 193 clic), mentre i
candidati esclusi chiedono di conoscere almeno il numero di voti che
hanno preso. «Ringrazio tutti quelli che mi hanno votato, ma non mi
è dato sapere quanti sono stati...», si lamenta Roberto Pelosi, ex
candidato al Parlamento. Ma la rivolta attraversa tutto lo Stivale.
Nei meetup siciliani parte una raccolta firme per rimettere alla rete
l’espulsione del deputato Riccardo Nuti, colpevole di aver
sponsorizzato i propri amici su Facebook, a urne virtuali ancora
aperte. Da Torino, il capogruppo Vittorio Bertola sbotta: «Credo che
queste selezioni abbiano fatto emergere come tra i principi e la loro
applicazione ci sia molto da fare. C'è ancora mezza Italia che
concepisce la candidatura come un concorso per sistemarsi e
l'arroganza come modo per passare davanti». E da Bologna gli epurati
lavorano a un nuovo meetup, “Bologna in Movimento”.
Nessun commento:
Posta un commento