Bertone si difende “Papa
Francesco è informato ristrutturazione a mie spese. L’appartamento mi è stato concesso in uso Strumentale
confrontarlo con le presunte ristrettezze del pontefice”
MARCO ANSALDO
Come diceva il Santo Pontefice Giovanni
XXIII “non mi fermo a raccogliere le pietre che sono scagliate
contro di me”». Non si ferma, ma si difende il cardinale Tarcisio
Bertone, dopo le critiche piovutegli addosso per il maxi appartamento
che presto andrà ad abitare. Un attico grande svariate centinaia di
metri quadrati, completo di terrazzo, a Palazzo San Carlo, in
Vaticano, di fianco a Casa Santa Marta dove, in un bilocale di 70
metri, risiede invece Papa Francesco.
L’ex segretario di Stato, sostituito
sei mesi fa dal Pontefice, ha inviato una lettera ai settimanali
diocesani di Vercelli e Genova, dove fu arcivescovo. «Nei giorni
scorsi — scrive — alcuni media hanno parlato in maniera malevola
a proposito dell’appartamento che abiterò in Vaticano e, per
rincarare la gogna mediatica, “l’informatore” ne ha raddoppiata
la metratura. È stato detto che il Papa si sarebbe infuriato con me
per tanta opulenza. Addirittura è stato messo a confronto lo spazio
del “mio” appartamento con la presunta ristrettezza della
residenza del Papa. Sono grato e commosso per la telefonata
affettuosa che ho ricevuto da Papa Francesco il 23 aprile scorso per
dirmi la sua solidarietà e il suo disappunto per gli attacchi
rivoltimi a proposito dell’appartamento, del quale era informato
fin dal giorno in cui mi è stato attribuito. L’appartamento
spazioso, come è normalmente delle residenze del Vaticano, e
ristrutturato (a mie spese), mi è concesso in uso e dopo di me ne
usufruirà qualcun altro».
Il messaggio è stato diffuso il 27
aprile, giorno della canonizzazione dei due Papi Roncalli e Wojtyla.
Dunque ben una settimana dopo che, principalmente sul Quotidiano
nazionale e su Repubblica, apparisse la notizia della mega residenza
del cardinale. L’unione degli appartamenti in uso all’ex capo
della Gendarmeria, Camillo Cibin, e a monsignor Bruno Bertagna, tutti
e due deceduti, viene data attorno ai 700 metri. Ora, in attesa
eventualmente di una planimetria chiarificatrice, l’ex segretario
di Stato parla della metà. Data per buona la sua parola per un
appartamento di “soli” 350 metri quadrati, si tratta comunque di
una metratura 5 volte superiore a quella dell’attuale Pontefice,
che vive nella casa a fianco, al secondo piano, e non in un attico.
In più, c’è da calcolare il terrazzo. Terminati infatti i quattro
mesi di ristrutturazione dell’appartamento, sono ora in corso
quelli della parte esterna, come rivelano le attuali impalcature.
Piuttosto singolare poi la frase del cardinale circa «la presunta
ristrettezza della residenza del Papa». Che cosa vuol dire, Bertone:
che Francesco non vive in realtà in 70 metri? E perché quella
ristrettezza sarebbe solo «presunta »? È una frecciata nei
confronti del Pontefice?
Infine, la telefonata ricevuta da parte
del Papa il 23 aprile precederebbe di un solo giorno un tweet di
Francesco, collegato secondo la stessa agenzia Ansa in Vaticano con
«le polemiche sui maxi-appartamenti dei cardinali» che «non hanno
lasciato indifferente Papa Francesco, che ha voluto dire la sua con
un preciso, e quanto mai significativo, richiamo alla sobrietà ».
Ha scritto infatti Bergoglio: «Uno stile di vita sobrio fa bene a
noi e ci permette di condividere meglio con chi ha bisogno».
Commenta da Genova, dove la lettera di
Bertone è stata pubblicata sul settimanale cattolico Il Cittadino,
don Paolo Farinella, biblista, parroco nel centro storico, da sempre
impegnato nel sociale: «Bertone deve vergognarsi. È solo un uomo di
potere. Fossi il Papa lo farei dimettere subito da cardinale. Non si
può, noi viviamo a contatto con la gente che muore di fame, Bertone
è senza ritegno. Uno schifo, col Papa che vive in 70 metri quadri».
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