giovedì 19 febbraio 2015

Quel sì a Stamina di cui il Parlamento
ora si pente.


Corriere della Sera 19/02/15
corriere.it
L’ indagine della commissione sanità del Senato su Stamina si è conclusa ed è stata presentata ieri con 10 proposte fra cui l’auspicio che da ora in poi alle fasi processuali che riguardano controversie su presunte terapie innovative possa partecipare il ministero della Salute. È l’atto finale di una vicenda dolorosa che, fra pressioni mediatiche e manifestazioni di piazza, ha tenuto sotto scacco la comunità scientifica, la politica e il sentire popolare. Colpisce più del resto il mea culpa di commento della senatrice Emilia Grazia De Biasi: «Abbiamo sbagliato. Casi del genere non si dovranno più ripetere». La lettura delle 112 pagine del rapporto mette in luce le responsabilità dei vari decisori politici e amministrativi, come il Parlamento che votò la legge sulla sperimentazione del cosiddetto metodo promosso dal fondatore di Stamina, Davide Vannoni, che ha chiesto di patteggiare, assieme al vice Marino Andolina (che ieri ha scritto al pm Guariniello per domandare anche lui, di nuovo, di poter patteggiare). E poi la Regione Lombardia che autorizzò le infusioni negli Spedali Civili di Brescia. Quindi il decreto del via agli studi clinici varato dal governo Monti. «Eravamo appena arrivati, c’è stata impreparazione», si giustifica De Biasi. Tanti errori. Ma la verità l’aveva già scritta l’agenzia italiana del farmaco nel 2012 con un parere di bocciatura. «Non esisteva nessun metodo — dice il direttore Luca Pani — una truffa». Si chiude un capitolo increscioso, il Paese non ha fatto una bella figura. Non si deve ripetere.

Nessun commento:

Posta un commento