venerdì 6 febbraio 2015

IL DEBUTTO IN USA DEL PAPA 
CHE DARÀ MOLTI FRUTTI.


Corriere della Sera 06/02/15
Luigi Accattoli
Un Papa in un Parlamento è cosa rara e mai nessun Pontefice aveva messo piede nel Congresso degli Usa, dove il 24 settembre Francesco parlerà ai due rami riuniti in seduta comune. Si tratterà d’una prima volta che avrà un ruolo di levatrice per visite ad altri Parlamenti, contribuendo al superamento su scala planetaria di residue pregiudiziali anticattoliche e antipapali. Pare che fino a oggi le visite di un Papa a un Parlamento siano solo tre e tutte motivate con ragioni di patria: Wojtyla parlò al Parlamento polacco nel 1999 e al Parlamento italiano nel 2002 (Italia come sua «nuova Patria»), Ratzinger a quello tedesco nel 2011.

Una ragione di patria è stata invocata dal presidente della Camera Bassa statunitense John Boehner nel formulare l’invito al Papa argentino in quanto «primo Papa delle Americhe». Ma resta un dato di novità sostanziale: con questa visita un Papa si indirizza a un Parlamento senza una titolarità specifica di appartenenza nazionale, sia nativa sia acquisita.

Quanto all’interesse dei Papi a rivolgersi ai Parlamenti esso è analogo a quello che li ha fatti ospiti già per quattro volte dell’Assemblea delle Nazioni Unite (Montini 1964, Wojtyla 1979 e 1995, Ratzinger 2008) e per due volte del Parlamento europeo (Wojtyla 1988, Bergoglio 2014): la Chiesa si ritiene «esperta in umanità» — come disse all’Onu Paolo VI — e coglie ogni possibile occasione per proporre il suo messaggio a qualificate rappresentanze di popoli e dell’intera comunità internazionale.

Anche Francesco, il Papa dei poveri e delle periferie, ha interesse a rivolgersi ai Parlamenti e alle capitali della politica mondiale. «Andare verso i poveri non significa che dobbiamo diventare una sorta di barboni spirituali» ha detto il 17 giugno 2013 parlando alla diocesi di Roma. Né ebbe difficoltà il marzo dell’anno scorso a celebrare in San Pietro per i nostri parlamentari, svolgendo una severa denuncia della lontananza dei politici dal popolo.




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