martedì 10 febbraio 2015

Lega e Forza Italia trattano. I paletti di Salvini.


Corriere della Sera 10/02/15
Marco Cremonesi
La frenata di Matteo Salvini è decisa: «Non abbiamo fatto con Forza Italia alcun accordo a 360 gradi». Anzi, sferzante: «Vedremo se la loro opposizione dura almeno una settimana... ». Il segretario leghista domenica sera ha incontrato Silvio Berlusconi ad Arcore. Ieri mattina, una parte di Forza Italia (ma una parte soltanto) inneggiava al ritrovato accordo con l’antico alleato. Ma, appunto, nel pomeriggio il capo leghista — conclusa una segreteria del partito — ha segnato la linea con precisione: «Abbiamo soltanto ricominciato a parlare. Fino a quando Forza Italia votava con Renzi, era impossibile». Ma, appunto, con gli azzurri «non c’è alcun accordo generale. E se si andasse al voto domani, la Lega andrebbe da sola dappertutto». E alla serata di Arcore che cosa si è detto? «Ho chiesto se è vero che Forza Italia da oggi è all’opposizione e mi è stato confermato. Ma questo non significa che si sia stretto un accordo duraturo o generale».

Non è un modo dire. Il capo leghista guarderà con molta attenzione quello che accadrà nei prossimi giorni a Roma. Alle riforme costituzionali, certo. Ma alla Camera approda qualcosa che per la Lega sembra quasi altrettanto importante: la riforma delle banche popolari, da sempre care al Carroccio nella loro forma attuale. E dunque, ciò che farà Forza Italia, per Salvini è importante. E anzi ha chiesto ai suoi parlamentari di informarlo puntualmente sui «comportamenti concreti» dei berlusconiani. Il segretario leghista è assai interessato anche al progetto di riforma costituzionale del vincolo di mandato, presentato sabato scorso. Secondo cui, in sostanza, chi cambia casacca in corso di legislatura deve lasciare il Parlamento. Un po’ curioso il fatto che proprio ieri Salvini abbia parlato dei possibili approdi in Lega da parte di deputati provenienti dal Ncd, dal M5S e anche da Forza Italia.

Ad ogni modo, i comportamenti d’Aula del partito di Berlusconi riverbereranno su tutti i futuri patti possibili. Perché, come ha detto il segretario leghista, «non faremo accordi un tanto al chilo». Insomma, inutile illudersi di fare alleanze locali, oppure su provvedimenti specifici, senza una visibile e «concreta» opposizione al «massacratore» Matteo Renzi.

È vero, però, che Salvini si muove su un crinale sottile. E ventoso. Da una parte, un ritrovato accordo con Forza Italia renderebbe la sua figura accettabile per gran parte degli elettori di quel partito. E magari contribuirebbe a riportare alle urne i delusi. Lui lo sa, e dunque ieri ha sottolineato come la manifestazione del 28 febbraio a Roma «non è più solo delle Lega» ma di tutti: l’attesa è per centomila persone in piazza.

Dall’altra, la linea intransigente se non fosse vittoriosa si trasformerebbe in un disastro. Come ha detto qualcuno ieri, alla segreteria padana, «se la Lega perde in Veneto, è morta». E appunto, le condizioni che il capo leghista non cessa di dettare, soprattutto in tema di alleanze, sono una scommessa ad alto rischio. A ieri, Salvini neppure ha voluto dichiarare un accordo sulle Regionali: «Presenteremo ovunque candidati presidenti nostri». Certo, Luca Zaia in Veneto non stenterà a trovare il sostegno azzurro di Forza Italia, e magari qualche ncd potrebbe, con operazione spregiudicata, entrare nella lista del governatore. Forse Edoardo Rixi in Liguria sarà il candidato anche azzurro. Ma in Toscana i forzisti saranno pronti a sostenere l’economista Claudio Borghi? E in Umbria, dove l’ex sindaco di Assisi Claudio Ricci ha stretto accordi con la Lega ma non con il suo ex partito, Forza Italia appunto? E nelle Regioni in cui si dovrebbe presentare la lista «Con Salvini» ci saranno accordi? «Ne parleremo — taglia corto Salvini — nei prossimi giorni».

Il no al Nuovo centrodestra, ribadito ieri da Salvini in modo netto («È impossibile ovunque che il simbolo della Lega sia affiancato a quello del Ncd») è un problema spinoso sul tavolo di Berlusconi. Lo ricordato il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano: «Forza Italia è a un bivio: o recupera i valori della coalizione moderata o sceglie la deriva estremista di Salvini». Senza il Ncd.




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