Cuperlo, Renzi, Pittella, Civati: tutti d'accordo su più
trasparenza interna nel Pd. Intanto però al Sud il congresso non
comincia nel migliore dei modi, e non solo per le tessere
Le quattro mozioni congressuali
di Cuperlo, Renzi, Pittella e Civati sono una lettura interessante e
importante. Avremo tempo e modo per parlarne, intanto registriamo che i
punti di coincidenza sono (per fortuna) di gran lunga superiori a quelli
di dissenso.
Tra i molti, due spiccano: una forte istanza di rinnovamento e
discontinuità del Pd, con tanto spazio da restituire alla più autentica
partecipazione dei militanti; e l’accorato richiamo a rimettere al
centro il principio di legalità, il rispetto delle regole che devono
valere per tutti anche in funzione di orientamento per le giovani
generazioni.
Incrociando questi due concetti, viene da chiedersi come i candidati
intendano applicarli fin da subito nella conduzione della campagna
congressuale, in particolare al Sud anche se non solo al Sud.
Nelle ultime ore Pippo Civati ha acceso i riflettori sul caso del
tesseramento gonfiato in Sicilia. E sempre in Sicilia, come a Napoli,
ricordiamo i casi più controversi e antipatici di manipolazione dei
risultati delle primarie democratiche.
Sul caso specifico delle tessere si pronuncerà, immaginiamo, l’apposita commissione di garanzia.
A nessuno però può sfuggire il punto politico cruciale.
Se le ombre cominciano ad allungarsi anche su un congresso in cui
tutti i candidati dicono di voler aggredire la piaga del correntismo e
di voler imporre rigorosi criteri di trasparenza interna, è perché le
signorie locali del Pd sono state leste a riposizionarsi, a mettersi in
sintonia con il mainstream del cambiamento, a porsi al riparo
sotto l’ombrello nazionale dei candidati rinnovatori e rottamatori. La
mappa delle alleanze, soprattutto in Sicilia, è chiarissima da questo
punto di vista. I nomi che contano, sempre gli stessi. Rapidi fino al
punto di rimescolarsi perfino rispetto agli schieramenti della
recentissima polemica regionale fra Pd e presidente Crocetta.
Cari Renzi e Cuperlo, soprattutto voi due: se pensate di avere le
carte in regola per diventare segretari del più grande partito del
paese, questa prova di leadership non potete aggirarla. Quelle belle
parole delle mozioni congressuali dovete applicarle da subito. Solo se
debellerete la mozione Gattopardo vi dimostrerete davvero all’altezza
del compito, migliori dei predecessori che su legalità e trasparenza
della vita di partito al Sud hanno fallito, anzi non hanno mai veramente
provato.
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