Riccardo
Imberti
Quando
tutti pensavano che Antonio Vivenzi fosse un innocuo partecipante al
congresso chiuso, uno della serie “l'importante è partecipare” e
i suoi accoliti nel migliore dei casi “dilettanti allo sbaraglio”,
il risultato del congresso provinciale del pd bresciano, nonostante
le mille tessere degli ultimi giorni, non certamente dovute a
Vivenzi e amici, ha riservato un risultato sorprendente, assegnando
ad Antonio, anche se arrivato terzo, la palma del vero vincitore del
congresso.
Vincitore
per il risultato, inaspettato e sorprendente, per il modo attraverso
il quale è maturata la sua candidatura, per il ragionamento che
accompagnava la sua candidatura, per la proposta politica di forte
rinnovamento del partito. Uno stile nuovo di cui tanti ne sentono il
bisogno e che ha interessato buona parte di iscritti, stanchi di
essere chiamati dalle solite facce da troppi anni, anche a Brescia.
C'è
stato chi, pochissimi in verità, richiamandosi a Renzi, ha tentato
di distrarre gli iscritti, attraverso metodi a dir poco discutibili.
Queste persone, dopo aver partecipato ai nostri incontri aperti,
hanno potuto esprimere liberamente la loro opinione e poi, trovandosi
in esigua minoranza hanno deciso di appoggiare Bisinella, quello che
fin dall'inizio avevano deciso di votare. Così va la politica, la
vecchia politica, ahimè.
Il
risultato che abbiamo conseguito, conferma ciò che da tempo vado
dicendo. Vi è un'area carsica del pd che si è liberata delle
fedeltà del passato e decide di scegliere quando gli si presenta
l'occasione la proposta di rinnovamento nei metodi e nelle persone.
Questi sono i fatti ed ora il pd bresciano non può fare a meno di
fare i conti con questo risultato e decidere se continuare a
perpetuare la guerra fratricida tra gli ex amici e compagni o
affidare ad Antonio il compito e la responsabilità di guidare fuori
dalle secche il partito anche a Brescia.
Da
parte di Antonio e dei tanti eletti nell'assemblea toccherà
procedere senza fretta nella direzione della responsabilità, senza
farsi condizionare da sollecitazioni che vanno nella direzione di
spaccare il partito. Non è questa la strada coerente per noi. Il
nostro compito è quello di essere fedeli fino in fondo a ciò che
abbiamo detto prima e durante la fase congressuale. Vogliamo che si
costruisca un unità vera del partito e oggi, siamo gli unici che
possono garantirla. Se qualcuno vuole procedere escludendoci si
accomodi, saremo all'opposizione, non consegneremo il messaggio di
rinnovamento a chi in questi anni l'ha sempre avversato. Il nostro
sarà un atteggiamento costruttivo, in attesa che si creino le
condizioni e maturi in tutti la consapevolezza del forte bisogno di
superare una fase nella quale, anche a Brescia, il PD ha dato
un'immagine incompiuta di sé.
Per
questo progetto dobbiamo essere inclusivi, coinvolgendo tutti coloro
che hanno a cuore il partito, la sua unità e vogliono rendere
concreto l'avvio di una nuova stagione.
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