Una proposta di legge che abroghi il reato di «ingresso e soggiorno
illegale nel territorio dello stato», e cioè il reato di immigrazione
clandestina
«Quante strade deve percorrere un uomo per essere chiamato
uomo?», questo si chiedeva Bob Dylan nel 1962 e, ancor oggi, dopo 51
anni, siamo qui a farci la stessa domanda.
Quanti paesi dobbiamo attraversare, quanti mari percorrere prima di poter essere considerati uomini e trattati come tali? Perché di certo non è umano quel che è capitato ai migranti somali ed eritrei sbarcati all’alba di ieri sulle coste di Lampedusa: solo 150 i sopravvissuti su un barcone che ne contava 500, e il numero dei morti continua tragicamente a salire. Bambini. donne Uomini e che, ancora oggi, sfidano il mare e un destino – spesso crudele – per raggiungere le nostre coste e tentare di ricostruire una vita dignitosa.
Quanti paesi dobbiamo attraversare, quanti mari percorrere prima di poter essere considerati uomini e trattati come tali? Perché di certo non è umano quel che è capitato ai migranti somali ed eritrei sbarcati all’alba di ieri sulle coste di Lampedusa: solo 150 i sopravvissuti su un barcone che ne contava 500, e il numero dei morti continua tragicamente a salire. Bambini. donne Uomini e che, ancora oggi, sfidano il mare e un destino – spesso crudele – per raggiungere le nostre coste e tentare di ricostruire una vita dignitosa.
Non bastano più i messaggi di solidarietà e cordoglio, è ora di
passare con rapidità alla concretezza, con l’obiettivo primario di
salvare vite umane e fermare una volta per tutte il drammatico
susseguirsi di morti.
Un appello, quello di voltare definitivamente pagina rilanciato da papa Francesco e dal segretario dell’Onu.
Un appello, quello di voltare definitivamente pagina rilanciato da papa Francesco e dal segretario dell’Onu.
Ban Ki Moon ha inviato il suo messaggio di cordoglio per le vittime e
chiede che questa triste vicenda possa «spingere all’azione». Quello
che avviene a Lampedusa, ogni giorno, non riguarda solo il sindaco Giusy
Nicolini, che con dignità e umanità sta affrontando questa disgrazia,
ma riguarda il nostro paese e soprattutto l’Europa che deve farsi carico
dell’emergenza umanitaria in atto e sostenere l’Italia e le sue coste,
ormai tristemente conosciuta per questi continui lutti.
Non è più solo la Bossi-Fini a dover essere riformata con urgenza,
perché rappresenta un fallimento ormai sotto gli occhi di tutti. È
l’Europa tutta a doversi interrogare su un nuovo approccio nei confronti
dei migranti e rifugiati.
Ho avanzato ieri in parlamento la proposta di istituire una giornata di lutto nazionale per le vittime di questa tragedia, un lutto che ha il senso innanzitutto del rispetto per queste migliaia di morti nel nostro mare, il Mediterraneo, che ormai è diventato un enorme e orrendo cimitero a cielo aperto; una giornata che deve porre al centro l’umanità e il senso di responsabilità che, per primi noi legislatori, dobbiamo sentire nei confronti delle vittime così come dei cittadini di Lampedusa, sottoposti anche oggi ad una dura prova.
Ho avanzato ieri in parlamento la proposta di istituire una giornata di lutto nazionale per le vittime di questa tragedia, un lutto che ha il senso innanzitutto del rispetto per queste migliaia di morti nel nostro mare, il Mediterraneo, che ormai è diventato un enorme e orrendo cimitero a cielo aperto; una giornata che deve porre al centro l’umanità e il senso di responsabilità che, per primi noi legislatori, dobbiamo sentire nei confronti delle vittime così come dei cittadini di Lampedusa, sottoposti anche oggi ad una dura prova.
Concordo con il sindaco Nicolini, che si trova a gestire l’emergenza
che vive la sua città, porta d’Europa; dobbiamo prevedere dei corridoi
umanitari per coloro che scappano da guerre, fame e dittature, non si
può lasciar morire così giovani uomini, donne – una vittima tra l’altro
era incinta – e bambini di pochi anni.
Anche per questo sono tra i primi e più convinti firmatari di una
proposta di legge che abroghi il reato di «ingresso e soggiorno illegale
nel territorio dello stato», e cioè il reato di immigrazione
clandestina istituito dal vergognoso “pacchetto sicurezza”, il ddl 733
del 2009.
Non possiamo più fare finta di niente, non possiamo voltare lo sguardo e fingere che nulla sia accaduto, ci vuole una risposta normative – e umana – seria e appropriata.
Non possiamo più fare finta di niente, non possiamo voltare lo sguardo e fingere che nulla sia accaduto, ci vuole una risposta normative – e umana – seria e appropriata.
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