domenica 13 ottobre 2013

Lo strano salvataggio Alitalia, un’autostrada per Renzi

Giovanni Cocconi  

Europa  
 
L'operazione di Poste è impopolare nell'opinione pubblica. L'occasione per un'apertura col botto della campagna per le primarie
Partiti, sindacati e azienda ieri hanno impiegato tutta la giornata a giustificare lo strano matrimonio tra Poste e Alitalia, tra un’azienda pubblica in salute che vive del risparmio degli italiani e un’azienda privata sull’orlo del fallimento. «Non useremo i soldi dei conti correnti» si è spinto a dire Massimo Sarmi, il numero uno di Poste spa, e resta un mistero come farà.
Sui giornali e sui social network il salvataggio non è piaciuto. Molte le perplessità. Gli italiani non dimenticano che Alitalia è costata qualche miliardo di soldi pubblici già cinque anni fa e consegnata senza debiti ai “patrioti” dell’italianità. Poi manca un piano industriale decente che spieghi quali risparmi consentano le nozze tra voli e lettere. Infine, sembra un azzardo bruciare i risparmi degli italiani meno ricchi per un salvataggio immeritato e molto improbabile. E c’è chi ha ricordato i disastrosi precedenti di Poste nel mercato aereo (Mistral Air).

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