martedì 29 ottobre 2013

Aung San Suu Kyi, un esempio per le nostre democrazie stanche

Emma Fattorini 
Europa  

Non solo una donna prestata alla democrazia, al servizio della democrazia, ma identificatasi con essa
Aung San Suu Kyi è in questi giorni in Italia, ha incontrato il premier Letta, il presidente Napolitano e papa Francesco. Dagli Stati Uniti all’Unione europea agli Stati dell’Asia, tutti guardano con grande attenzione alla nuova fase che si è aperta in Birmania, che è sempre di più un paese strategico tra Cina, India e il Sud-Est asiatico e quindi la sua evoluzione può costituire un grande cambiamento non solo per quell’area. Nel 2014 la Birmania assumerà la presidenza dell’Associazione delle nazioni dell’Asia sudorientale (ASEAN).
Le responsabilità che pesano sulle spalle del presidente Thein Sein e di Aung San Suu Kyi sono enormi. I primi, incerti passi della democrazia convivono con violazioni gravissime dei diritti umani, l’apertura al libero mercato richiama investimenti che interessano moltissimo anche l’Italia. Quali e come avverranno è una grande sfida.
Gli italiani sono sempre stati vicini al popolo birmano. Nel 2007 Piero Fassino è stato inviato speciale dell’Unione europea in quelle terre. Numerose sono le istituzioni locali e le associazioni culturali, ricordo tra queste l’associazione «Amici della Birmania», di cui è instancabile animatrice Albertina Soliani.

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