Il monito: «La politica non presenti la pena di morte come
soluzione per ridurre il tasso di criminalità»
In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte,
Amnesty International ha invitato gli esponenti politici «a
smetterla di presentare le esecuzioni come soluzione rapida per
ridurre i tassi di criminalità e a concentrarsi invece sui problemi
del sistema penale dei loro paesi».
«Gli esponenti politici devono cessare di rincorrere l’applauso
del pubblico e mostrare, invece, leadership sui temi della sicurezza.
Non vi è alcuna prova convincente sul fatto che la pena di morte
abbia un effetto deterrente speciale. Occorre piuttosto concentrarsi
nella ricerca di rimedi efficaci per affrontare la criminalità’,
ha dichiarato Audrey Gaughran, direttrice dei Temi globali di Amnesty
International. Nel documento diffuso oggi, intitolato `Non ci renderà
più sicuri´, Amnesty International ha messo in evidenza l’assenza
di prove a sostegno della tesi che la pena di morte riduca i crimini
più gravi.
«Una minoranza di paesi ha ripreso o ha in programma di
riprendere le esecuzioni, spesso come reazione impulsiva all’aumento
dei reati o a omicidi particolarmente efferati. Dal 2012 -denuncia
Amnesty- le esecuzioni sono riprese in Gambia, India, Indonesia,
Kuwait, Nigeria, Pakistan e Vietnam. Ciò nonostante, i paesi che
ricorrono alla pena di morte restano assai pochi a fronte dei 140
paesi che l’hanno abolita per legge o nella prassi». Il documento
di Amnesty International spiega «che non vi sono prove convincenti
che la ripresa delle esecuzioni abbia avuto un impatto nel contrasto
alla criminalità: in India, negli ultimi 10 anni, gli omicidi erano
diminuiti del 23 per cento, eppure dal 2004 al 2011 non vi era stata
neanche un’esecuzione; in Canada, il numero degli omicidi è
diminuito dopo il 1976, anno dell’abolizione della pena di morte;
un recente studio condotto a Trinidad e Tobago ha riscontrato
l’assenza di correlazione tra esecuzioni, condanne al carcere e
criminalità’. «Prendere posizione a favore della pena di morte
distrae l’attenzione dalle soluzioni a lungo termine che affrontano
efficacemente i problemi del sistema penale», ha commentato
Gaughran.
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