L'intervista. Il responsabile dell'edilizia
penitenziaria accelera sulla soluzione di riutilizzare la caserma
Papa.Il commissario: «Dobbiamo verificare gli impianti e stimare la
spesa»
«Guardi, se non sarà giovedì
mattina sarà venerdì. Di certo entro questa settimana». Il prefetto
Angelo Sinesio, commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria,
ieri sera stava ancora aspettando tutti gli incartamenti sulla caserma
Papa, la struttura dove dovrebbe essere realizzato il nuovo carcere di
Brescia. Oggi i tecnici del Ministero dovrebbero essere in città per un
sopralluogo alla struttura di via Oberdan. Per capire se sarà davvero
quella la soluzione, bisognerà attenderne gli esiti, ma «per Brescia
l'investimento è certo — assicura Sinesio — C'è l'impegno del ministro
Anna Maria Cancellieri a risolvere il problema di Canton Mombello e noi
stiamo lavorando per trovare la soluzione».
Prefetto Sinesio, quali sono le ipotesi sul tavolo?
«Devo fare una premessa. L'obiettivo che ci siamo dati con l'ultima
revisione del piano quelladi evitare la cementificazione e la
costruzione di nuove strutture, riconvertendo beni demaniali già
disponibili. In questo quadro, per la zona di Brescia, abbiamo valutato
la caserma di Montichiari. Se si fosse rivelata adatta, avremmo già
deciso. Invece sono emerse alcune criticità che ci hanno spinto a
proseguire nella ricerca. Nelle prossime ore faremo un sopralluogo
tecnico alla Papa. Dai primi accertamenti il sito sembra adatto. Sto
aspettando le ultime carte dall'agenzia del demanio. Non si tratta di
andare a fare un giro all'interno della struttura, dobbiamo verificare
documenti alla mano gli spazi disponibili, lo stato degli impianti, le
manutenzioni necessarie. E dobbiamo essere in grado di stendere nel giro
di pochi giorni una stima di spesa».
Oltre a Montichiari e alla Papa ci sono altre ipotesi in campo?
«Stiamo ancora valutando, visto che Brescia è rientrata in gioco solo
negli ultimi dieci giorni. Ma sostanzialmente si tratta di queste due,
anche se Montichiari si è rivelata poco conveniente. A noi servono siti
che siano immediatamente disponibili. Dobbiamo cercare di essere rapidi e
spendere il meno possibile. Una caserma vuota è immediatamente
cantierabile. Per questo per ora non abbiamo preso in considerazione
caserme ancora in mano al ministero della Difesa: avrebbero bisogno di
passaggi lunghi, prima al demanio e poi alla Giustizia. Senza contare il
dover spostare le attività ora presenti. Dovrebbe essere una cosa
davvero molto ma molto conveniente».
Perché il riuso di caserme e non la costruzione di un nuovo carcere?
«Per più ragioni. Primo per recuperare patrimonio pubblico ed evitare
nuove cementificazioni. Poi per una questione di tempi: abbiamo bisogno
di creare nuovi istituti di pena e la riconversione dei beni demaniali
può accorciare le operazioni. In più ci evita tutta una serie di spese e
lavori, come le urbanizzazioni primarie, la necessità di portare
condotte, tubazioni, impianti».
Non è mai stata presa in considerazione l'ipotesi di un carcere nuovo a Verziano?
«Ripeto, per noi è prioritario il recupero del patrimonio edilizio
statale. L'operazione Verziano è più complessa. Andrebbe prima acquisita
l'area. Quando ci sono di mezzo i privati i percorsi diventano lunghi.
Sono situazioni che tendiamo ad evitare».
Ma se né la Papa né Montichiari si rivelassero siti adatti? Qualcuno sostiene che sia più conveniente costruire una struttura nuova piuttosto che restaurare un vecchio edificio..
«I nostri due pilastri sono rapidità e convenienza: se tutti gli
approfondimenti ci diranno che non è vantaggioso recuperare una delle
due caserme valuteremo le possibili alternative. Se sarà conveniente
costruire un carcere nuovo, prenderemo in considerazione anche
quest'ipotesi. Ma stiamo già riconvertendo alcune caserme, per esempio a
San Vito al Tagliamento. La spesa media per una struttura mediamente
tenuta è di 10-12 milioni. Poi si possono pensare a servizi aggiuntivi. A
San Vito, per esempio, realizzeremo un opificio: sarà una struttura
penitenziaria aperta, dove i detenuti potranno lavorare. Solo così si
può pensare che il carcere abbia una funzione rieducativa. Negli
istituti dove si attuano percorsi di reinserimento la recidiva è del
12%; negli altri casi dell'80%».
I soldi per Brescia ci sono?
«Nel piano carceri ci sono 44 milioni per la Lombardia; soldi con i
quali dobbiamo realizzare mille posti. A Brescia immaginiamo una
struttura da 400 posti e il budget a disposizione dovrebbe essere più
che sufficiente».
Quali sono i tempi?
«Questa settimana il sopralluogo, la prossima la riunione tecnica per
fare il punto. Metterò il ministro nella condizione di decidere nelle
due settimane che ha indicato. A novembre potremmo essere in grado di
pubblicare il bando di gara. Una volta partiti i lavori, serviranno
venti mesi. Potete stare tranquilli, questa volta il problema Canton
Mombello lo risolviamo. Per Brescia l'investimento è certo. Per il
ministro (e quindi per noi) è una priorità».
Davide Bacca
Il Corriere della Sera - 24/10/2013
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