Proviamo a mettere i concetti in fila.
Napolitano ha mandato un messaggio alle Camere per ricordare al
Parlamento il vergognoso stato delle carceri, oggetto di ormai ripetute
condanne internazionali dell'Italia per violazione dei diritti umani.
Napolitano ha detto in sostanza a noi parlamentari e ai nostri gruppi e
partiti che la situazione, così com'è, è insostenibile e intollerabile.
Possiamo fare tre cose: cambiare le leggi per rendere meno frequente la
carcerazione, almeno preventiva, e più rapido l'iter dei processi;
oppure aumentare il numero dei posti in carcere (ne mancano 20 mila)
costruendone di nuovi; oppure assumerci la responsabilità di non essere
capaci di fare né l'una né l'altra cosa, dichiarare con onestà il nostro
fallimento e votare un provvedimento di clemenza.
Renzi ha preso
sul serio il messaggio di Napolitano. E ha preso l'impegno di battersi,
da segretario del Pd, per i primi due obiettivi: meno leggi criminogene e
più carceri nuove. Perché avrebbe dovuto fare suo il nostro fallimento?
Perché avrebbe dovuto lanciare la sua candidatura con un messaggio di
rassegnazione, anziché di speranza e di impegno? Da convinto sostenitore
di Napolitano dico: Bravo Matteo!
Giorgio Tonini
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