domenica 13 ottobre 2013

a proposito di Renzi e Napolitano

Proviamo a mettere i concetti in fila.
Napolitano ha mandato un messaggio alle Camere per ricordare al Parlamento il vergognoso stato delle carceri, oggetto di ormai ripetute condanne internazionali dell'Italia per violazione dei diritti umani. Napolitano ha detto in sostanza a noi parlamentari e ai nostri gruppi e partiti che la situazione, così com'è, è insostenibile e intollerabile. Possiamo fare tre cose: cambiare le leggi per rendere meno frequente la carcerazione, almeno preventiva, e più rapido l'iter dei processi; oppure aumentare il numero dei posti in carcere (ne mancano 20 mila) costruendone di nuovi; oppure assumerci la responsabilità di non essere capaci di fare né l'una né l'altra cosa, dichiarare con onestà il nostro fallimento e votare un provvedimento di clemenza.
Renzi ha preso sul serio il messaggio di Napolitano. E ha preso l'impegno di battersi, da segretario del Pd, per i primi due obiettivi: meno leggi criminogene e più carceri nuove. Perché avrebbe dovuto fare suo il nostro fallimento? Perché avrebbe dovuto lanciare la sua candidatura con un messaggio di rassegnazione, anziché di speranza e di impegno? Da convinto sostenitore di Napolitano dico: Bravo Matteo!
Giorgio Tonini

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