Il professore "boccia" la sconfessione dei senatori Cinquestelle da
parte del blog: non si può andare in parlamento e poi dire che si
obbedisce alle logiche della Rete
«Una forza politica non può andare in Parlamento e dire le
opportunità parlamentari non le voglio cogliere perché obbedisco alle
logiche della Rete»: Stefano Rodotà dosa le parole, e certo non intende
polemizzare direttamente con Beppe Grillo e con Gianroberto Casaleggio,
nel giorno in cui i due – i diarchi, come li chiama Francesco Maesano
sul nostro giornale – vergano una sconfessione dei senatori a cinque
stelle sul reato di clandestinità.
Ma non si sottrae, sollecitato nell’ambito di un convegno sulla democrazia partecipativa e le frontiere di Internet, organizzato dal Centre for Media and Communication Studies
della LUISS, animato da Michele Sorice ed Emiliana de Blasio. La
critica non è nel merito, ma sul metodo: «Dire ‘non è nel programma’ è
un argomento pericolosissimo». A parlare non è solo il professore, ma
anche l’ex-parlamentare che sa bene come il kairos,
l’opportunità da sfruttare nei lavori di aula spesso è un varco stretto,
che va colto rapidamente, ci sono tempi e scadenze da rispettare.
«C’è il rischio di un paradosso – sottolinea Rodotà, a conclusione di
una giornata cui ha partecipato anche Paolo Gentiloni del Partito
democratico, studiosi ed esperti come il “saggio” Francesco Clementi
dell’Università di Perugia e Antonio Preiti del Censis – che il ricorso a
queste tecnologie rallenti il processo decisionale». Certo, il
professore è consapevole, e lo rimarca, che il movimento stia
sperimentando nuove forme di consultazione, un rinvio alla famigerata
piattaforma partecipativa su cui di recente si sono scatenate alcune
polemiche che riguardano la tempistica ed anche l’effettiva apertura del
processo di consultazione.
Eppure, il candidato delle Quirinarie grilline – ancora in questi
giorni si moltiplicano le ricostruzioni di quello snodo politico che
vide Rodotà “papabile” per il Quirinale, prima che venisse confermato
Giorgio Napolitano – rileva la contraddizione su cui oggi M5s è andato
in corto circuito. Come a dire, ma come, proprio quando io posso
intervenire nel processo decisionale, non mi interessa più perché devo
sottostare a un altro genere di considerazioni? Due agende, due
temporalità sfalsate.
L’intervento di Rodotà è in mattinata, dopo la nota di Grillo e
Casaleggio, ma prima che si scatenasse il putiferio politico e
soprattutto prima della ulteriore precisazione metodologica sulla
primazia del blog rispetto alle nuove proposte di legge che, recita il
sito, «devono essere prima discusse in assemblea dai proponenti e quindi
proposte all’approvazione del M5s attraverso il blog».
Il professore conosce bene simili dinamiche e, stavolta, a Grillo e compagnia questa non la fa passare.
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