La crisi fa stringere la cinghia agli
italiani, che riducono le spese generali e cercano di risparmiare anche
sul cibo, mettendo in campo degli accorgimenti che permettano di
contenere i costi, anche a scapito della qualità e della quantità degli
alimenti. Ma se nel complesso la spesa alimentare non risente di
drastici contraccolpi, in un clima generale di contrazione delle spese
che registra il peggior tonfo dal 1997 sono soprattutto i comparti
dell'abbigliamento e delle calzature a risentire del periodo di
austerity per le famiglie. Scende inevitabilmente anche la quota del
proprio portafoglio che gli italiani dedicano alla cultura, al cinema e
allo svago
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