Riccardo Imberti
In questi giorni si è
tenuta la direziona nazionale del PD. La cronaca ha riferito dello
scontro interno sulle regole. In merito ad alcuni interventi qualche
domanda viene spontanea, una in particolare: ma Bersani,
Franceschini, Fioroni sanno quanto sia lontano quello che vanno
dicendo dallo spirito di servizio che tante volte hanno proclamato?
Anche in questa occasione mi sono convinto della necessità di un
radicale ricambio di classe dirigente a tutti i livelli. È ora di
mettere alla prova energie nuove che sappiano liberare il PD dalle
vecchie logiche della spartizione del potere. I richiami al passato e
alle tradizioni, sempre di più appaiono strumentali al mantenimento
di equilibri di potere e alla conservazione. Bersani e Franceschini
sono stati segretari del partito e nessuno ha mai messo in dubbio che
in caso di vittoria alle elezioni avrebbero assunto la leadership per
il governo del Paese. Devono spiegare perchè oggi questo non va più
bene. Quando si perdono le elezioni il gruppo dirigente trae
normalmente le conclusioni e consente ad altri di assumersi la
responsabilità di guidare il partito. Invece sta accadendo il
contrario. Dopo il tempo dello smarrimento e della delusione, dopo
formali dimissioni, sono tornati tutti lì a imporre regole per
garantirsi una continuità che l'elettorato italiano ha già
bocciato. Ma c'è soprattutto una grande questione politica che fa
capolino nel dibattito di questi giorni. Lo stesso gruppo dirigente,
dopo averci spiegato che mai avrebbe fatto l'alleanza con Berlusconi,
non solo l'ha subita, ma pare che intenda mantenerla, arrivando a
proporre lo slittamento del congresso per non mettere in difficoltà
il governo delle larghe intese. Questo si chiama suicidio politico.
Spero che nei prossimi giorni si ravvedano e modifichino radicalmente
la loro posizione per il bene del partito e del Paese. Scalfari sul
fondo di Repubblica di domenica, nel passaggio sul PD e sulle regole,
ha scritto una cosa di buon senso: si facciano primarie aperte per
l'elezione del segretario e poi, quando si tratterà di scegliere il
premier, se il segretario eletto non darà sufficienti garanzie di
vittoria, attraverso le primarie, metta in campo le energie migliori
che ha a disposizione e siano i cittadini a indicare il candidato più
adatta a battere il centrodestra. Questa saggezza spero venga
adottata dal gruppo dirigente e dal segretario nazionale. È l'unica
strada seria per riprendere un cammino di buona politica, in grado di
dare speranza ai tanti lavoratori che quotidianamente perdono il posto di
lavoro e ai troppi giovani che, nonostante gli sforzi, faticano a
trovarlo.
P.S.
Leggo sulla stampa locale
che sono in atto grandi manovre per il congresso provinciale e che in
campo pare vi siano due candidature: il segretario uscente Piero
Bisinella e Michele Orlando. Leggo anche che tutti e due avrebbero
simpatie per Renzi, staremo a vedere...chissà che non sia il turno
di una candidata donna, magari anch'essa con simpatie renziane. Di
questo passo a Brescia Renzi, se si candida alla segreteria nazionale
dovrebbe avvicinarsi al 90%, per la gioia dei renziani DOC. Ma la
notizia più simpatica e interessante (sempre data dai giornali) è
che è nata la componente dei girellini: l'area dei lettiani
bresciani si è data un nuova articolazione distinguendosi da
Galperti? Staremo a vedere se sono solo illazioni giornalistiche o
c'è del vero. Questa estate possiamo impegnarla oltre che alle
letture e al relax a sciogliere i rebus del Partito Democratico
bresciano.
Dai quell'articolo non vale neanche la carta su cui è scritto (io l'ho letto online, forse dovrei dire i byte di cui è composto?)
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