mercoledì 31 luglio 2013

Quanta confusione sotto il cielo del PD


Riccardo Imberti

In questi giorni si è tenuta la direziona nazionale del PD. La cronaca ha riferito dello scontro interno sulle regole. In merito ad alcuni interventi qualche domanda viene spontanea, una in particolare: ma Bersani, Franceschini, Fioroni sanno quanto sia lontano quello che vanno dicendo dallo spirito di servizio che tante volte hanno proclamato? Anche in questa occasione mi sono convinto della necessità di un radicale ricambio di classe dirigente a tutti i livelli. È ora di mettere alla prova energie nuove che sappiano liberare il PD dalle vecchie logiche della spartizione del potere. I richiami al passato e alle tradizioni, sempre di più appaiono strumentali al mantenimento di equilibri di potere e alla conservazione. Bersani e Franceschini sono stati segretari del partito e nessuno ha mai messo in dubbio che in caso di vittoria alle elezioni avrebbero assunto la leadership per il governo del Paese. Devono spiegare perchè oggi questo non va più bene. Quando si perdono le elezioni il gruppo dirigente trae normalmente le conclusioni e consente ad altri di assumersi la responsabilità di guidare il partito. Invece sta accadendo il contrario. Dopo il tempo dello smarrimento e della delusione, dopo formali dimissioni, sono tornati tutti lì a imporre regole per garantirsi una continuità che l'elettorato italiano ha già bocciato. Ma c'è soprattutto una grande questione politica che fa capolino nel dibattito di questi giorni. Lo stesso gruppo dirigente, dopo averci spiegato che mai avrebbe fatto l'alleanza con Berlusconi, non solo l'ha subita, ma pare che intenda mantenerla, arrivando a proporre lo slittamento del congresso per non mettere in difficoltà il governo delle larghe intese. Questo si chiama suicidio politico. Spero che nei prossimi giorni si ravvedano e modifichino radicalmente la loro posizione per il bene del partito e del Paese. Scalfari sul fondo di Repubblica di domenica, nel passaggio sul PD e sulle regole, ha scritto una cosa di buon senso: si facciano primarie aperte per l'elezione del segretario e poi, quando si tratterà di scegliere il premier, se il segretario eletto non darà sufficienti garanzie di vittoria, attraverso le primarie, metta in campo le energie migliori che ha a disposizione e siano i cittadini a indicare il candidato più adatta a battere il centrodestra. Questa saggezza spero venga adottata dal gruppo dirigente e dal segretario nazionale. È l'unica strada seria per riprendere un cammino di buona politica, in grado di dare speranza ai tanti lavoratori che quotidianamente perdono il posto di lavoro e ai troppi giovani che, nonostante gli sforzi, faticano a trovarlo.

P.S.
Leggo sulla stampa locale che sono in atto grandi manovre per il congresso provinciale e che in campo pare vi siano due candidature: il segretario uscente Piero Bisinella e Michele Orlando. Leggo anche che tutti e due avrebbero simpatie per Renzi, staremo a vedere...chissà che non sia il turno di una candidata donna, magari anch'essa con simpatie renziane. Di questo passo a Brescia Renzi, se si candida alla segreteria nazionale dovrebbe avvicinarsi al 90%, per la gioia dei renziani DOC. Ma la notizia più simpatica e interessante (sempre data dai giornali) è che è nata la componente dei girellini: l'area dei lettiani bresciani si è data un nuova articolazione distinguendosi da Galperti? Staremo a vedere se sono solo illazioni giornalistiche o c'è del vero. Questa estate possiamo impegnarla oltre che alle letture e al relax a sciogliere i rebus del Partito Democratico bresciano.

1 commento:

  1. Dai quell'articolo non vale neanche la carta su cui è scritto (io l'ho letto online, forse dovrei dire i byte di cui è composto?)

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