martedì 16 luglio 2013

Ambrosoli. Lettera aperta a Maroni.

Presidente Maroni, la nuova, inqualificabile offesa da parte del Vicepresidente del Senato a un Ministro del Governo va al di là del fatto personale e diventa un fatto politico.

Lei è Segretario della Lega,  ma anche Presidente di una della più importanti  Regioni  del Paese che vanta, nella sua maggioranza,  una larga rappresentanza di consiglieri leghisti.
Le chiediamo pertanto se si riconosce in questo linguaggio di tanti suoi esponenti di spicco ( ieri Borghezio e la deputata veneta, oggi Calderoli…) e se non ritiene di dover intervenire prima che una deriva  così  aggressiva   diventi, come già sta accadendo,  istigazione alla violenza.
Non è un problema di bon ton, né di scuse personali: si tratta di una linea politica di cui Lei, come Segretario della Lega,  porterebbe tutta la responsabilità.

Non ritiene perciò di dover intervenire nei modi più adeguati per prendere chiaramente e pubblicamente posizione e per frenare,  finchè è in tempo,  quella che sta diventando una preoccupante abitudine per troppi esponenti di spicco della Lega?

Non ci si può accontentare di scuse personali davanti all’utilizzo di un linguaggio, più che triviale e rozzo, così aggressivo e razzista.
La Lombardia ha una rappresentanza leghista di ben 15 consiglieri regionali. Il Suo silenzio, Presidente, rischia di trascinare parte rilevante dell’istituzione che rappresenta nel fango di quegli insulti inaccettabili.
Lei, Presidente Maroni,  rappresenta anche tutti i cittadini lombardi,  comprese le centinaia e forse migliaia  di volontari che da anni svolgono il loro silenzioso quanto prezioso impegno umanitario in tanti paesi stranieri.
Non pensa di doverli rappresentare? E di dover rappresentare la stragrande maggioranza di cittadini che fanno  del rispetto e dell’accoglienza i  loro irrinunciabili valori?
Lei è presidente di una regione aperta al mondo, e che sta preparando una Expo che Lei stesso, come ha recentemente annunciato, vuol portare in tour nel mondo per presentare la ospitalità e la civiltà lombarda.
Con che coraggio? Con quale faccia?
 Crediamo  che la rispettabilità della Lombardia passi anche dalle dimissioni di Roberto Calderoli dalla carica di Vicepresidente del Senato, che Lei per primo dovrebbe istituzionalmente richiedere. 

Umberto Ambrosoli

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