venerdì 12 luglio 2013

Genocidio, annullata assoluzione di Karadzic. La Corte d'Appello dell'Aja ribalta il verdetto


L'ex leader serbo bosniaco, catturato nel 2008 dopo 12 anni di latitanza, era stato assolto in primo grado dall'accusa di stragi nei villaggi della Bosnia-Erzegovina

Radovan Karadzic
L'AJA - ll tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia dell'Aja ha annullato l'assoluzione di Radovan Karadzic dall'accusa di genocidio per le stragi in Bosnia-Erzegovina. Dopo questa decisione, l'ex leader serbo bosniaco dovrà rispondere di 11 capi d'imputazione per genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità perpetrati negli anni '90.

La Corte d'Appello rovescia la decisione presa in primo grado di assolvere Karadzic per il genocidio nelle città e conferma  l'incriminazione" ha dichiarato il giudice Theodor Meron leggendo la sentenza proprio nel diciottesimo anniversario della strage di Srebrenica del 1995 in cui furono trucidati 8.000 musulmani.

Karadzic, catturato nel 2008 dopo 12 anni di latitanza, il 28 giugno 2012 era stato assolto dall'accusa di genocidio nei villaggi della Bosnia, tra cui quella famigerata di Bijieljina, nel marzo 1992, ma non dal genocidio di Srebrenica. Il 68enne ex presidente della Repubblica serba di Bosnia (Srpska) è accusato di aver guidato l'assedio di Sarajevo e di aver ordinato crimini di guerra e contro l'umanità nella guerra di Bosnia tra il 1992 e il 1995.

Intanto decine di migliaia di persone si sono riunite in Bosnia per la risepoltura di 409 vittime recentemente identificate del massacro di Srebrenica dell'11 luglio 1995. Oggi è infatti il 18esimo anniversario della peggiore strage compiuta in Europa dai tempi della Seconda guerra mondiale: secondo le stime ufficiali a Srebrenica le truppe serbo-bosniache guidate dal generale serbo Ratko Mladic (arrestato il 26 maggio 2011 dopo 16 anni di latitanza) uccisero 8.372 persone (tutti maschi, di ogni età).

Finora sono stati recuperati i resti di 6.066 vittime, mentre 2.306 risultano ancora dispersi. Fra le ultime vittime identificate ci sono anche 43 adolescenti e un bambino nato mentre i profughi uccisi dai serbo-bosniaci cercavano rifugio nella cittadina, fino ad allora zona protetta dalle Nazioni unite.
La Repubblica 12 luglio 2013

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