martedì 23 luglio 2013

Nella borsa di papa Francesco le preoccupazioni per una generazione senza lavoro

Maria Galluzzo 
Europa  

Nel bagaglio a mano che papa Francesco ha portato da solo salendo sull’aereo i segni di un viaggio nell'essenziale della fede
Nella borsa di papa Francesco le preoccupazioni per una generazione senza lavoroSembra un dettaglio, ma in quel bagaglio a mano che papa Francesco ha portato da solo salendo sull’aereo che lo ha condotto a Rio de Janeiro sembra racchiudersi il senso del suo primo viaggio internazionale. Una cartella da lavoro di pelle nera, che il papa ha tenuto con sé anche durante il colloquio con il premier Letta, che ieri è andato a salutarlo a Fiumicino. Una borsa che fa pensare agli zaini delle migliaia di giovani che da ogni parte del pianeta si sono dati appuntamento alla ventottesima Giornata mondiale della gioventù, in cui si mette solo l’essenziale.
Dentro il borsone di papa Francesco ci sono gioia, speranza ma anche tante preoccupazioni. E subito ne ha estratta una, lanciando un primo allarme sulla disoccupazione: «Corriamo il rischio di avere una intera generazione che non avrà mai trovato lavoro», ha detto intrattenendosi con i giornalisti sul volo papale.
Il Brasile è l’emblema di una crisi mondiale che sta schiacciando la vita di molte persone. La «cultura dello scarto» di cui sono state prime vittime gli anziani ora riguarda anche i giovani. E papa Francesco arriva a Rio, per quella che ha ribattezzato la “Settimana della gioventù”, proprio per parlare di «cultura della inclusione» e di «cultura dell’incontro».
Non si possono isolare i giovani, così come gli anziani. Tutti devono essere inseriti nel tessuto sociale, «un popolo ha futuro se va avanti con entrambi». Bisogna trovare soluzioni adeguate. Le distorsioni del mercato globale che hanno generato la «globalizzazione dell’indifferenza» sono tangibili in Brasile. Un paese che galoppa dal punto di vista economico, ma che al contempo vede aumentare i poveri e non trova un punto di equilibrio sul fronte della giustizia sociale.
Le ansie dei giovani brasiliani sono le stesse dei giovani greci e di milioni di coetanei nel resto del pianeta. In questa settimana segnata da una forte impronta missionaria – il titolo della Gmg è tratto dal Vangelo di Matteo, “Andate e fate discepoli tutti i popoli” – hanno bisogno di essere incoraggiati a «non aver paura», a «camminare», ad «andare controcorrente». E papa Bergoglio è lì per questo.
Quella che è stata definita la «rivoluzione silenziosa» portata avanti da trent’anni di Gmg sembra giunta ad uno snodo epocale. Un passaggio in cui saranno importanti anche Facebook e Twitter, mettendo in rete anche tanti che non potranno partecipare personalmente.
Oggi il papa si riposa nel centro di Sumaré, dove in passato ha soggiornato anche Giovanni Paolo II nei suoi tre viaggi brasiliani. Domani prima impegnativa tappa della visita, con il pellegrinaggio ad Aparecida.

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