Nel bagaglio a mano che papa Francesco ha portato da solo salendo
sull’aereo i segni di un viaggio nell'essenziale della fede
Sembra un dettaglio, ma in quel bagaglio a mano che papa
Francesco ha portato da solo salendo sull’aereo che lo ha condotto a Rio
de Janeiro sembra racchiudersi il senso del suo primo viaggio
internazionale. Una cartella da lavoro di pelle nera, che il papa ha
tenuto con sé anche durante il colloquio con il premier Letta, che ieri è
andato a salutarlo a Fiumicino. Una borsa che fa pensare agli zaini
delle migliaia di giovani che da ogni parte del pianeta si sono dati
appuntamento alla ventottesima Giornata mondiale della gioventù, in cui
si mette solo l’essenziale.
Dentro il borsone di papa Francesco ci sono gioia, speranza ma anche
tante preoccupazioni. E subito ne ha estratta una, lanciando un primo
allarme sulla disoccupazione: «Corriamo il rischio di avere una intera
generazione che non avrà mai trovato lavoro», ha detto intrattenendosi
con i giornalisti sul volo papale.
Il Brasile è l’emblema di una crisi mondiale che sta schiacciando la
vita di molte persone. La «cultura dello scarto» di cui sono state prime
vittime gli anziani ora riguarda anche i giovani. E papa Francesco
arriva a Rio, per quella che ha ribattezzato la “Settimana della
gioventù”, proprio per parlare di «cultura della inclusione» e di
«cultura dell’incontro».
Non si possono isolare i giovani, così come gli anziani. Tutti devono
essere inseriti nel tessuto sociale, «un popolo ha futuro se va avanti
con entrambi». Bisogna trovare soluzioni adeguate. Le distorsioni del
mercato globale che hanno generato la «globalizzazione
dell’indifferenza» sono tangibili in Brasile. Un paese che galoppa dal
punto di vista economico, ma che al contempo vede aumentare i poveri e
non trova un punto di equilibrio sul fronte della giustizia sociale.
Le ansie dei giovani brasiliani sono le stesse dei giovani greci e di
milioni di coetanei nel resto del pianeta. In questa settimana segnata
da una forte impronta missionaria – il titolo della Gmg è tratto dal
Vangelo di Matteo, “Andate e fate discepoli tutti i popoli” – hanno
bisogno di essere incoraggiati a «non aver paura», a «camminare», ad
«andare controcorrente». E papa Bergoglio è lì per questo.
Quella che è stata definita la «rivoluzione silenziosa» portata
avanti da trent’anni di Gmg sembra giunta ad uno snodo epocale. Un
passaggio in cui saranno importanti anche Facebook e Twitter, mettendo
in rete anche tanti che non potranno partecipare personalmente.
Oggi il papa si riposa nel centro di Sumaré, dove in passato ha
soggiornato anche Giovanni Paolo II nei suoi tre viaggi brasiliani.
Domani prima impegnativa tappa della visita, con il pellegrinaggio ad
Aparecida.
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