E’ successo questo: in questi giorni siamo stati in aula due giorni ininterrotti per l’ostruzionismo dei grillini. Ovviamente durante la notte le presenze erano molto diradate, e tuttavia i deputati del M5S si sono avvicendati nelle dichiarazioni di voto senza alcuna interruzione.
La prima notte, verso l’una, mi pare, l’aula era semi deserta, presenti non più di una sessantina di parlamentari, soprattutto giovani, di cui una buona metà del partito democratico, tra cui anche io. Clima rilassato, distratto, incline all’ironia, come in tutte le occasioni di sedute fiume di qualunque assemblea.
Prende la parola un deputato grillino sconosciuto ai più, che parla
interrompendosi spesso, con alcune pause tra una frase a l’altra.
L’impressione è che sia un po’ emozionato, e che continui a smarrire il
filo del discorso. Presiede l’aula in quel momento il vicepresidente Di
Maio, del M5S, che a metà discorso lo interrompe e gli chiede se se la
sente di perseguire, ottenendo una risposta affermativa. Qualche collega
sorride, nel sentire distrattamente questo grillino impacciato ed
emozionato, alcuni si chiedono ad alta voce se non abbia scambiato o
smarrito i fogli del suo discorso.
D’altro canto in molti dei loro interventi i deputati del M5S
lanciano accuse pesanti, anche offensive, all’indirizzo del PD, e ogni
tanto è anche piacevole farsi un po’ beffe di loro. L’intervento si
conclude nella distrazione generale, come era cominciato, fatti salvi i
generosi applausi che, come di consueto, si riservano tra loro i
grillini. Nessuno eccepisce nulla, tanto meno il presidente Di Maio.
Il giorno dopo qualche giornale rivela che si trattava di un deputato
affetto da sclerosi multipla, in difficoltà a parlare per la sua
malattia. Beppe Grillo, e i suoi accoliti, si scagliano contro i
deputati della maggioranza, accusandoli di aver preso in giro un uomo
malato, di indegnità morale, di comportamenti vergognosi.
Ora, io mi chiedo: chi è indegno in questa vicenda? Chi è così
abietto da utilizzare l’handicap di una persona per pura
strumentalizzazione politica, per gettare ulteriore discredito sui suoi
avversari? Questa vicenda, a me pare, rivela a quale livello Beppe
Grillo, ma insieme a lui tutti quei settori della società italiana e
dell’informazione che puntano sulla disarticolazione dei partiti, e così
sulla destrutturazione del sistema istituzionale, abbiano deciso di
portare lo scontro.
Non ci si arresta davanti a nulla pur di alimentare il disgusto nei
confronti della politica e dei partiti. Dentro il clima di sfiducia del
paese ci si può permettere di utilizzare anche i mezzi più infimi per
gettare discredito, sicuri che il messaggio passerà, che ogni
semplificazione, anche la più irragionevole, produrrà un’onda di
indignazione utile allo scopo. È la strategia di Casaleggio, che parla
di autunno caldo formulando un auspicio, più che una previsione,
all’insegna del tanto peggio tanto meglio, e che si avvale della tattica
di Grillo, e dei grillini, gli uomini del bianco e del nero, gli araldi
della visione superficiale, sostanzialmente incapaci di vedere le
sfumature, inadeguati a comprendere la complessità delle cose.
Ne sono sempre più convinto, non è quella la strada per recuperare
alla politica ciò che ha smarrito da tempo, vale a dire capacita’ di
visione, autorevolezza e serietà, tentativo che spetta invece a noi, e’
tutto sulle nostre spalle, pur in queste condizioni difficili, in questo
tempo così faticoso che ci è dato di attraversare.
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