Napolitano e Letta mettono Berlusconi e un Pdl nevrastenico di
fronte alla scelta. O separano i processi dal governo, oppure ognuno per
sé. E a sinistra ci sarà sollievo
Adesso basta, non si gioca più. Finite le sedute di
autocoscienza a palazzo Grazioli. Finiti gli ultimatum seguiti dal
nulla. Finito il lancio di guano fra falchi e colombe. Finite le
intimazioni di Brunetta dall’alto di non si sa quale podio. Finite le
stupidaggini di Schifani su colpi di stato e attentati alla democrazia.
E finita soprattutto, visto che è questa la scintilla della crisi, la
pagliacciata delle false dimissioni di massa, una firmetta apposta su
un foglio senza valore da parlamentari sicuri che nessun capogruppo
potrà mai schiodarli dal loro scranno.
Giorgio Napolitano ed Enrico Letta mettono Berlusconi e il suo
nevrastenico partito di fronte alla realtà: se vogliono continuare a
partecipare al governo del paese devono rassegnarsi ad accettare le
sentenze e le conseguenze delle sentenze, separando – come perfino lo
stesso Berlusconi s’era impegnato a fare appena due mesi fa – la vicenda
processuale dai destini del governo e dell’Italia.
Se il Pdl è in grado di compiere questo salto senza nascondersi agli
occhi dei propri elettori dietro una cortina di frasi roboanti, bene.
Detto stasera sembra impensabile che accada, ma la paura può generare
imprevedibili atti di coraggio.
Altrimenti ognuno per la sua strada, a cominciare da Letta che sta
semplicemente, con coerenza e dignità, dando seguito a ciò che aveva
annunciato: non rimarrà attaccato alla poltrona a ogni costo.
Se il «chiarimento» dovesse avere questo esito (nell’ora in cui
scriviamo il più probabile), state certi che da sinistra si leverebbe un
sospiro di sollievo tanto forte da spostare le montagne.
La fine del tentativo di Letta dopo appena cinque mesi potrà essere
deleterio per l’Italia e per la percezione che se ne ha all’estero: i
segnali da questo punto di vista sono inequivocabili, fra rialzo dello
spread e crolli in Borsa.
L’agenda delle cose da fare resterà con tanti spazi vuoti, assai superiori ai risultati conseguiti.
Ma nulla potrebbe essere più dannoso, e offensivo per il paese, che
consentire il dispiegarsi sfrenato degli effetti della disperazione
berlusconiana: se Alfano e i suoi non sanno fare di meglio che eccitarsi
in raduni autoconsolatori, ne pagheranno le conseguenze.
Forse in elezioni ravvicinate, oppure nel corso di un processo
politico-istituzionale più tormentato, tutto da inventare. Ma almeno
nella chiarezza. Cioè, senza che ci si debba più mischiare fra pazzi e
savi.
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