La Regione cambia posizione sui pediatri e sulle cure ai minori stranieri?
Umberto Ambrosoli
Sembra proprio di sì a leggere la memoria di costituzione della
Regione Lombardia nella causa intentata da ANP, NAGA e ASGI per
garantire l’accesso al pediatra di base anche ai minori figli di
stranieri irregolari. La prima udienza del processo è stata fissata per
il 27 settembre.
Nella lunga memoria difensiva depositata dalla Regione, dopo molte
disquisizioni di carattere nominalistico, si può leggere (pag. 4 della
memoria) che l’accordo sottoscritto (quello della Conferenza
Stato-Regioni) prevede l’iscrizione al SSR anche dei cosidetti minori
irregolari. Ma dopo questa ammissione si dice anche che Regione
Lombardia non ha mai, in nessun atto formale, negato a tali soggetti
questa possibilità, ed anche che non è vero che la Regione impedisca o
abbia impartito disposizioni finalizzate ad impedire l’iscrizione di
tali minori nel SSR.
Si tratta di un vero e proprio colpo di scena. A me non interessa
come si chiamino le cure e come si inquadrino nelle varie denominazioni
normative.
Non giochiamo con le parole e con dettagli normativi e cavilli
burocratici. Se la Regione non ha motivi di opporsi applichi allora
l’accordo che ha già firmato.
Ripeto: non mi interessa come le chiamate. L’importante è che siano
garantite le cure, e soprattutto la continuità dell’assistenza a tutti i
bambini. Tutti aspetti sinora negati. L’obiettivo che ci poniamo è la
prevenzione, la continuità terapeutica e il rapporto costante con il
medico, come per tutti i bambini.
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