Riccardo
Imberti
Il
2 luglio è stata pubblicata una bella intervista a Umberto Ambrosoli
su La Repubblica sull'operato giunta di centrodestra di Maroni e nei
suoi primi cento giorni.
Un'intervista
onesta e asciutta, come è nello stile di Ambrosoli, ma efficace, non
fondata su preconcetti ma su dati reali e soprattutto capace di dare
il segno della distanza tra le promesse fatte da Maroni in campagna
elettorale e la pratica quotidiana che contraddistingue da sempre
l'amministrare leghista.
Dice
Ambrosoli: “nessuno può pensare che in cento giorni si possano
fare miracoli, ma questi sono stati letteralmente buttati al vento. E
ora con il sole di luglio, le bolle delle promesse elettorali
dell'inverno si sono dissolte.”
Nel
discorso di insediamento Maroni aveva fatto proprio il motto della
discontinuità, della novità nel gestire il governo della
Regione....la vicenda di Abelli e la nomina di Francesco Maiano, sono
la conferma che il centrodestra ha solo un collante che lo tiene
insieme: la spartizione dei posti come elemento sostanziale degli
equilibri politici.
È
difficile chiedere un pensiero strategico che vada al di la del
giorno per giorno. Qualcuno ricorda il tema della macroregione del
nord, il 75% delle tasse trattenute al nord, prima il nord... Tutto
finito nel cassetto, adesso il loro compito è spartire tutto ciò
che è possibile. La crisi economica, le fasce deboli e le famiglie,
i lavoratori, che ogni giorno stanziano sotto il palazzo della
Regione, possono attendere, prima devono sistemare le cose loro.
Nonostante questo, pare che il meccanismo non stia funzionando un
gran bene, se solo dopo tre mesi dall'insediamento il Pdl ha chiesto
una verifica, minacciando la crisi se non saranno date risposte
adeguate alle loro richieste. In questo modo la locomotiva del Paese
diventa un treno a vapore.
Ed
è ancora Ambrosoli che affonda la lama nel corpaccio molle della
maggioranza di Maroni: “Manca una politica industriale, manca la
visione, manca qualsiasi progetto sulla sanità al di là dell'oggi.
In consiglio lavoriamo senza steccati ideologici sui costi della
politica, sui ticket. Al nuovo pirellone, invece, si vive di
immagine.”
In
attesa che la verifica chiesta dal Pdl si concluda la regione è
ferma e i problemi dei lombardi tanto cari alla Lega sono messi in
ultima fila.
É
tempo che il centrosinistra metta all'ordine del giorno una
comunicazione efficace, promuova iniziative unitarie adeguate, per
fare in modo che queste lacune abbiano nome e cognome dei
responsabili. La mia preoccupazione, di questi tempi, è la mancanza
di memoria e potrebbe finire, come è accaduto nelle scorse elezioni
regionali, che i cittadini della Lombardia pensino che a governare
non c'era il centrodestra e che Maroni rappresentasse la novità.
Lega e Pdl da troppo tempo governano in questo modo la nostra regione
e credo che se lavoriamo bene possiamo mandarli definitivamente a
casa.
Ambrosoli
rappresenta una grande e bella risorsa per questo obbiettivo, dopo la
sconfitta ha dichiarato di voler guidare l'opposizione alla giunta
Maroni, il Partito Democratico e in centrosinistra sa che la prossima
tornata ha a disposizione un candidato forte per cambiare veramente
la storia della Lombardia.
Ambrosoli
rappresenta la società civile, intende dar vita ad una associazione
su tutto il territorio regionale e contribuire in questo modo ad
allargare il consenso ad un centrosinistra che da troppo tempo non
riesce ad uscire dal recinto tradizionale del suo consenso.
Questo
sforzo va inteso come elemento di ricchezza e per questo va aiutato
da tutti e in particolare da chi ha a cuore il realizzarsi di una
stagione di profondo rinnovamento della società lombarda. Resto
convinto che se Ambrosoli saprà coinvolgere energie fresche e
giovani presenti sui territori e saprà renderle protagoniste della
stagione politica che stiamo vivendo, saremo pronti a giocare una
partita politica vera.
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