È di 30 morti il bilancio degli scontri in Egitto tra i sostenitori del deposto presidente Mohammed Morsi e i suoi oppositori. Lo ha riferito il ministero della Sanità egiziano. Secondo il quotidiano al-Ahram, almeno 16 delle vittime sono state uccise da colpi di arma da fuoco alla testa e al petto. Negli scontri, che hanno avuto inizio ieri al Cairo, ad Alessandria e in altre città del Paese, sono inoltre rimaste ferite 1.138 persone.
Decine di migliaia di persone hanno risposto all'appello della Fratellanza a scendere in piazza per difendere la legittimità del presidente eletto. Con un vero colpo di teatro, sul palco della manifestazione davanti alla moschea di Rabaa el Adaweya è comparsa la guida spirituale della fratellanza che i servizi di sicurezza egiziane avevano annunciato ieri di avere arrestato.
La giornata è stata subito segnata alle temute violenze in tutto il paese. Il bollettino delle vittime dava 17 morti e oltre 400 feriti in scontri in tutto l'Egitto fra pro e anti morsi in serata. La giornata si è chiusa con violenze nei pressi di piazza Tahrir e della televisione di Stato quando manifestanti pro Morsi si sono avvicinati al sit in degli oppositori del deposto presidente. Nel Sinai un militare e quattro agenti di polizia hanno perso la vita in agguati che hanno indotto la presidenza a imporre il coprifuoco a nord, mentre a El-Arish, nel nord del Sinai, manifestanti hanno cacciato le forze di sicurezza da un edificio governativo issando la loro bandiera.
Violenti scontri si sono registrati anche ad Alessandria fin dalla mattina, con colpi di arma da fuoco fra gli oppositori e i sostenitori di Morsi, costringendo l'esercito a interporsi con blindati, ma le violenze sono continuate in serata.
Al Cairo gli scontri più violenti sono avvenuti nei pressi dell’università e davanti alla sede della guardia repubblicana, dove i pro morsi erano convinti fosse trattenuto il presidente destituito agli arresti. Voci e smentite si sono susseguiti sul numero di vittime davanti alla sede della guardia repubblicana in un sostanziale black out televisivo delle immagini degli scontri. Secondo media internazionali l'esercito ha aperto il fuoco sui manifestanti pro Morsi uccidendo tre persone. Un portavoce militare ha smentito che le forze armate abbiano sparato sui manifestanti sostenendo che hanno usato colpi a salve e lacrimogeni. Successivamente una fonte della sicurezza ha smentito che ci siano state vittime nel tentativo di assalto della sede della guardia repubblicana.
Il presidente ad interim, Adly Mansour ha emesso il suo primo decreto presidenziale per sciogliere la camera alta del parlamento, con poteri legislativi dopo lo scioglimento della camera bassa, e per licenziare il capo dell'intelligence. Un annuncio giunto solo qualche minuto prima della comparsa di Badie sul palco della manifestazione.
Accolto come una star Badie ha detto alla sua piazza che il "golpe militare è nullo" ed ha fatto appello al sacrificio della propria vita per riavere Morsi alla presidenza. "Dopo il suo ritorno negozieremo su tutto", ha detto badie, guardando in alto verso gli elicotteri militari che hanno continuato a volteggiare sopra la piazza gremita di sostenitori di Morsi per dire: "Grande esercito torna agli egiziani, noi resteremo in piazza fino al ritorno del rais". In serata il fronte degli islamici ha incassato un primo significativo successo. La procura ha ordinato il rilascio di Saad el Katatni, capo del partito della Fratellanza, e di Rashad el Bayoumi, altro importante esponente della Confraternita.
Repubblica 6 luglio 2013.
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