sabato 1 marzo 2014

Gli elettori fanno credito a Renzi I dubbi sui tempi delle riforme.


Il Corriere della Sera
1 marzo 2014

L’ insediamento del governo Renzi al Senato è stato senza dubbio un evento di rilevante impatto che ha introdotto importanti novità producendo se non altro una «rivoluzione della forma», come ha scritto Aldo Grasso su questo quotidiano. L’attesa era rilevante ed è stata ripagata da un’elevata attenzione dei cittadini che per il 60% hanno seguito l’evento direttamente o indirettamente sui mezzi di informazione. Quasi tutti quelli che lo hanno seguito si esprimono positivamente, ma solo il 16% approva sia la forma che i contenuti del discorso, mentre il 36%, pur giudicandolo positivo, esprime qualche perplessità sulle fonti di finanziamento degli ambiziosi obiettivi esposti. È interessante sottolineare la sostanziale trasversalità di queste opinioni nei diversi elettorati.

Dei principali obiettivi elencati da Renzi nel suo discorso, ne abbiamo testati tre: la riduzione delle tasse sul lavoro, la conclusione del percorso di pagamento dei debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese private, l’assunzione dei dirigenti della macchina dello Stato a tempo determinato e con una vera valutazione sul raggiungimento dei risultati. Sono tutti obiettivi importanti: il 94% considera infatti molto o abbastanza importante che si agisca sul cuneo fiscale, riducendo il peso delle tasse sul lavoro, il 91% lo ritiene a proposito del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, il 79% lo pensa a proposito dell’assunzione dei dirigenti a tempo determinato. Né ci sono apprezzabili differenze nei diversi elettori: per tutti si tratta di obiettivi strategici.

Renzi coglie quindi, almeno nei tre grandi obiettivi proposti al Senato, alcune attese davvero rilevanti nel Paese. Il lavoro è la prima emergenza da anni, e fortissima è l’attesa di un intervento che consenta ai dipendenti di avere qualche soldo in più in busta paga, favorendo in questo modo una ripresa dei consumi strategica per favorire la crescita oggi appena accennata. I pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione sono non solo un provvedimento percepito come efficace per sostenere la crescita, ma hanno anche un significato simbolico: ricondurre a comportamenti ragionevoli lo stato, visto dai più come oppressivo e predatore. Infine i dirigenti della pubblica amministrazione: come è noto, sono molto diffusi i sentimenti di ostilità nei confronti della burocrazia che funge da freno impedendo non solo i processi di cambiamento e innovazione ma complicando pure l’attività ordinaria. Nella proposta di Renzi si recepisce questa attesa, inserendo l’elemento davvero rilevante del merito: dirigenti (quelli che alcuni chiamano «mandarini») sottoposti a verifica, ai quali viene chiesto di portare a casa risultati, con un posto «a tempo» da rinnovare periodicamente.

Si conferma quindi la «luna di miele» che attualmente, come in altre occasioni, il paese vive nei confronti del presidente del Consiglio. Ma quando si tratta di valutare la praticabilità di questi interventi, emergono alcune perplessità. Infatti per i tre obiettivi testati, richiesti di indicare se Renzi riuscirà a raggiungerli, la risposta della maggioranza assoluta è dubitativa: forse ci riuscirà, ma ci vorrà del tempo. In questo caso emergono differenze più consistenti tra i diversi elettorati: gli elettori Pd e centristi (comprensivi di chi voterebbe Ncd) sono decisamente più fiduciosi sulla possibilità di raggiungere i risultati, ma lo sono anche gli elettori di Forza Italia (che pure essendo all’opposizione manifestano un’elevata sintonia con il premier), mentre i più critici sono gli elettori dei 5stelle. È interessante sottolineare la differenza che abbiamo osservato altre volte e che anche in questo caso emerge, tra le opinioni degli imprenditori, dei dirigenti e dei professionisti e quelle degli artigiani e commercianti. Anche in questo sondaggio i primi sono decisamente più ottimisti dei secondi. Mentre precedentemente attribuivamo questa differenza principalmente ai contesti economici, con commercianti ed artigiani più in difficoltà in quanto condizionati dal dover agire sul più difficile mercato interno, oggi emerge in misura più netta il fatto che l’area imprenditoriale sembra aver aperto una generale linea di credito nei confronti di Matteo Renzi.

La reazione alle proposte del premier potrebbe essere definita un’«attesa disincantata»: a Renzi si fa credito ma la cambiale non è in bianco e, soprattutto, non è priva di scadenza. Per mantenere il feeling con il paese i risultati devono arrivare in tempi rapidi

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