Il laeder di Sel Nichi Vendola ha confessato di sentirsi «inattuale». È solo lui?
Nichi Vendola l’ha confessato ieri alla Stampa: «Renzi si è
dimostrato padrone di questo tempo. E io ho pensato di essere ormai
inattuale». Non c’è solo l’annuncio di un aumento in busta paga per i
lavoratori sotto i 1500 euro a far sentire così il leader di Sel (una
notizia che pure ha fatto gioire tutta l’area della sinistra più a
sinistra della segreteria Pd, da Fassina sino a Landini).
Da domenica c’è anche la manifesta volontà di diminuire la spesa per
gli F-35, cioè un altro cavallo di battaglia del fronte più radicale,
basti pensare che su questo tema “Sbilanciamoci”, l’organizzazione che
ogni anno si incarica di stilare una contro Finanziaria basata su un
«altro modello di sviluppo», ha allestito una campagna martellante e
tenace.
«Noi in realtà chiediamo l’azzeramento degli F-35», dice a Europa
Giulio Marcon, deputato di Sel e uno dei portavoce della battaglia anti
jet. «Tuttavia se Renzi deciderà di diminuire ancora il numero dei
caccia di nuova generazione farà senz’altro la scelta giusta».
Il governo Monti aveva già ridotto gli F-35 da 131 a 90. Ora il
governo in carica, ha spiegato il ministro della difesa Roberta Pinotti,
s’incaricherà di proseguire nella spending review dei costi militari.
È un «altro tabù che sta per cadere» ha scritto Pippo Civati sul suo
blog, augurandosi però che non si tratti soltanto di «una promessa fine a
se stessa». Tagliare gli F-35 rientra nei suoi «personalissimi buoni
propositi», ricorda, al punto che per realizzare la decisione si era
speso molto in parlamento, proponendo al Pd «un atteggiamento più
aperto» sulla mozione presentata da Sel e Movimento 5 stelle.
L’azzeramento degli F-35 è anche uno dei cavalli di battaglia della
lista Tsipras, rappresentante della sinistra alternativa italiana in
Europa. E il punto è proprio questo: se Renzi continua a sventolare le
bandiere issate dal fronte più radicale, ha senso avere ancora una
sinistra-sinistra? Non rischia di risultare sorpassata dai fatti?
«Noi non ci sentiamo svuotati dall’operazione Renzi» dice Marcon.
«Anzi il nostro punto di vista è che se il presidente del consiglio è
giunto a queste conclusioni perché siamo stati noi a combattere una
battaglia giusta. E ora che si arriva al dunque non possiamo che esserne
felici. Significa che non era vero che le nostre ragioni erano
ideologiche, come spesso ci hanno accusato».
Dunque può essere che il sentimento di inattualità dichiarato da
Vendola riguardi il personale e il privato del presidente pugliese. Ma
non vi è dubbio che il modo in cui si muove Renzi obbliga anche il mondo
che lo circonda a relazionarsi con lui in maniera nuova. E, mentre si
calibrano i riposizionamenti, accade anche di sentirsi superati.
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